Cerca

Cronaca e celebrità

Caso Diddy, la testimonianza dello stylist che raggela: "Ha colpito Cassie alla testa fino a farla sanguinare"

Le nuove rivelazioni scioccanti sull'abuso e controllo nei confronti della ex Cassie Ventura

Caso Diddy, la testimonianza dello stylist che raggela: "Ha colpito Cassie alla testa fino a farla sanguinare"

Si tinge di tinte sempre più fosche il processo federale a carico del celebre produttore musicale Sean “Diddy” Combs, 55 anni, accusato di violenze fisiche, psicologiche e di ricatto nei confronti della cantante R&B Cassie Ventura Fine, sua ex compagna. Mercoledì, a offrire una drammatica testimonianza in aula è stato Deonte Nash, ex stylist delle celebrità per la Bad Boy Records, nonché amico stretto della Ventura, con la quale ha condiviso oltre un decennio di carriera.

Nash, che ha iniziato come stagista nell’etichetta nel 2008 per poi diventare il principale stylist di Cassie, ha raccontato di essere stato testimone diretto di numerosi episodi di violenza e manipolazione perpetrati da Combs. In tribunale, ha descritto un clima costante di paura e controllo in cui Ventura era costretta a vivere, sia nella vita privata che nella sua carriera artistica.

Uno degli episodi più sconvolgenti, risalente al 2013 o 2014, ha visto Combs irrompere nell’appartamento losangelino della cantante mentre Nash e un’assistente – identificata durante il processo come “Mia” – erano presenti per aiutarla a preparare le valigie. Secondo il racconto di Nash, Combs ha aggredito Ventura mentre dormiva, urlando e colpendola violentemente fino a farle sbattere la testa contro una spalliera del letto, causandole un’emorragia. “Quando ha visto il sangue, è andato nel panico,” ha riferito Nash alla giuria. Dopo l’aggressione, Combs avrebbe ordinato che Ventura fosse accompagnata da un suo uomo della sicurezza presso un chirurgo plastico. Il giorno seguente, durante un video musicale, Nash ha visto sulla fronte della cantante una ferita suturata.

L'ex stylist di Diddy, Deonte Nash, uscendo dal processo 

Ma la violenza fisica non era l’unica arma del produttore: secondo Nash, Combs faceva leva su un vasto sistema di controllo psicologico e professionale. Minacciava di non pubblicare la musica di Ventura – nonostante un promettente contratto discografico da dieci album – e, ancora più inquietante, usava la minaccia di divulgare video sessualmente espliciti della cantante come strumento di ricatto. “Ogni volta che faceva qualcosa che a lui non piaceva, lui minacciava di diffondere quei video,” ha dichiarato Nash.

Il testimone ha inoltre confermato che Ventura partecipava a incontri sessuali con altri uomini, ripresi da Combs a sua insaputa, solo per assecondare i desideri del produttore. “Non voleva farlo, ma lo faceva perché Puff voleva così,” ha testimoniato Nash.

Il racconto prosegue con altri episodi di minacce, inseguimenti e abusi, anche nei confronti dello stesso Nash. In un’occasione, Combs lo avrebbe afferrato per la maglietta e colpito più volte sulla testa. In un’altra, durante le riprese di un videoclip, lo avrebbe lanciato su un’auto parcheggiata.

Nonostante la lunga serie di maltrattamenti, Nash ha detto di non odiare Combs. “La sua sanità mentale era la mia sicurezza,” ha detto, spiegando come avesse imparato a convivere con quell’ambiente tossico. Ha però riconosciuto che, dopo anni di silenzio, è tempo che la verità emerga.

Combs, che si è dichiarato non colpevole, rischia fino a 15 anni di carcere se giudicato colpevole. Il processo proseguirà nelle prossime settimane, con l’accusa determinata a dimostrare che dietro la facciata patinata del magnate della musica si nascondeva un sistema di abusi, minacce e controllo sistematico.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.