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Economia e moda

Quando l'economia vacilla, il tacco sale: perché le scarpe alte vanno di moda nei periodi di crisi?

Il “High Heel Index” e le sue radici dalla Grande Depressione ai giorni nostri

Quando l'economia vacilla, il tacco sale: perché le scarpe alte vanno di moda nei periodi di crisi?

Immagine di repertorio

Chi l’avrebbe mai detto: i tacchi alti come specchio della situazione economica globale. Eppure, esiste un curioso legame, noto come “High Heel Index”. Quando l’economia vacilla, i tacchi si alzano; quando va bene, si abbassano.

Durante la Grande Depressione degli anni ’30, le donne sembravano trovare conforto in zeppe e tacchi vertiginosi, un modo per evadere dalle difficoltà quotidiane. Lo stesso è successo negli anni ’70, con la crisi petrolifera, quando le zeppe sono tornate in auge, sostituendo i sandali bassi degli anni ’60.

Negli anni ’90, in piena bolla delle dot-com, tacchi più contenuti e raffinati si affermano, rispecchiando un’era di ottimismo. Ma il crollo della bolla riporta in passerella tacchi a spillo imponenti, un gesto quasi di sfida nei confronti dell’incertezza economica. Anche la crisi del 2008 ha visto un’esplosione di tacchi altissimi e zeppe importanti, perché stranamente la moda tende a spingersi verso l’esagerazione proprio nei momenti di crisi.

Come osserva Trevor Davis di IBM Technology & Consulting, “in tempi di difficoltà, i tacchi si alzano e restano alti, perché spesso la moda diventa una via di fuga, un modo per sognare qualcosa di più grande”.

Negli ultimi anni, però, la situazione sembra evolversi. L’avvento dello smart working e una maggiore attenzione al benessere hanno portato a un ritorno di calzature più comode, come ballerine e kitten heels. Forse la moda oggi rispecchia un’esigenza di praticità, anche in un contesto economico ancora incerto. Alla Paris Fashion Week 2025, questa dicotomia è evidente: da un lato, stilisti come Yves Saint Laurent propongono tacchi affilati e uno stile anni ’80, dall’altro la sobrietà e la comodità restano protagoniste.

In sostanza, il “High Heel Index” resta uno spunto interessante per leggere l’economia attraverso la moda, ma non l’unico. Il mondo dello stile è in continuo cambiamento, e i tacchi raccontano sempre più storie, non solo quella finanziaria.

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