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"Multischermo, monofocus": perché non riusciamo più a guardare un film senza controllare il telefono

Tra sovrastimolazione digitale e FOMO, l’arte di concentrarsi su una storia sta diventando sempre più rara

"Multischermo, monofocus": perché non riusciamo più a guardare un film senza controllare il telefono

Immagina la scena: le luci sono soffuse, la serie è iniziata, il protagonista entra in scena. Ma nel frattempo, qualcuno vicino a te scrolla su TikTok, risponde a un messaggio o controlla IMDb per vedere dove ha già visto quell’attore. O forse quel “qualcuno” sei proprio tu. Oggi è sempre più comune che i giovani – ma non solo – guardino film e serie TV con un occhio sullo schermo e l’altro sullo smartphone. Ma perché?

La Generazione Z e i Millennial sono cresciuti in un mondo digitale dove le informazioni arrivano in forma breve, veloce, visiva. Il cervello si abitua a ricevere stimoli ogni pochi secondi: notifiche, like, reel, audio, meme. In confronto, la narrazione lineare di un film può sembrare lenta, perfino “vuota”. Così, mentre la trama procede, molti cercano altri stimoli altrove – ovvero, nel telefono

Questa tendenza a cercare costantemente nuovi stimoli può avere implicazioni significative non solo sul modo in cui le giovani generazioni consumano i contenuti, ma anche sul loro sviluppo cognitivo e sulle capacità di attenzione. La cultura dell’immediato e la disponibilità di un flusso continuo di informazioni frammentate possono influenzare la capacità di concentrazione e la pazienza necessarie per godere di forme di intrattenimento più lente e strutturate, come i film o i libri.

Inoltre, questa costante esposizione a stimoli brevi e variati potrebbe portare a una riduzione della capacità di riflessione profonda e dell'elaborazione critica delle informazioni, dato che il cervello è continuamente spinto a saltare da un'informazione all'altra senza soffermarsi adeguatamente su ciascuna di esse. La dipendenza dal multitasking digitale può anche ostacolare la capacità di vivere esperienze immersive, dato che la necessità di controllare costantemente il telefono o altre fonti di distrazione esterne impedisce alle persone di immergersi completamente in una singola attività.

Il paradosso del binge-watching è anche questo: vogliamo rilassarci, ma sentiamo di dover “ottimizzare” anche il tempo libero. Guardare una serie mentre si controllano le mail o si chatta su WhatsApp fa sentire produttivi, anche nel relax. In altre parole, è la FOMO (Fear of Missing Out): paura di perdere qualcosa – nella trama, ma anche nel mondo reale.

Ma non è solo distrazione: a volte il secondo schermo è parte dell’esperienza stessa. Cercare recensioni, leggere curiosità sul dietro le quinte, controllare i nomi degli attori, twittare una battuta: tutto questo crea una visione “espansa” e partecipativa. In alcuni casi, lo smartphone diventa un'estensione dello schermo principale. Non a caso, molti registi e showrunner stanno adattando il ritmo delle produzioni: dialoghi più veloci, scene più brevi, episodi più corti

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