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Divieto di fumo

Francia, al bando il fumo dove ci sono bambini: “Il tabacco deve scomparire”

Dal 1° luglio niente più sigarette in spiagge, parchi, fermate e davanti alle scuole. Il governo francese punta a una generazione smoke-free entro il 2032

Francia, al bando il fumo dove ci sono bambini: “Il tabacco deve scomparire”

“Dove ci sono bambini, il tabacco deve scomparire.” Parola di Catherine Vautrin, ministra della Salute e della Famiglia in Francia. Ed è con questa frase netta, quasi da slogan elettorale, che il governo francese ha annunciato una svolta: dal 1° luglio sarà vietato fumare in tutti i luoghi pubblici all’aperto frequentati dai minori.

Tradotto: addio sigarette in spiaggia, nei parchi, nei giardini pubblici, fuori dalle scuole, alle fermate dei mezzi e negli impianti sportivi. Per chi trasgredisce? Multe fino a 135 euro. Escluse dal divieto solo le sigarette elettroniche e le aree esterne dei bar – per ora.

Una stretta che non arriva dal nulla. Il provvedimento rientra nel piano nazionale antifumo varato dall’ex ministro della Salute Aurélien Rousseau, con un obiettivo chiaro: una “generazione senza fumo” entro il 2032. Ambizioso, forse. Ma necessario, se si considera che oltre 75mila francesi muoiono ogni anno per patologie legate al tabacco, secondo i dati del Comitato nazionale contro il fumo.

Eppure, qualcosa si muove: nel 2023, il 23,1% dei cittadini fumava ogni giorno – il dato più basso mai registrato, con un calo netto rispetto al 2014. Una tendenza positiva, rafforzata anche dal fatto che quasi l’80% dei francesi si dice favorevole al divieto di fumo in spazi pubblici come parchi, spiagge e dehors, secondo la Ligue Contre le Cancer.

E in Italia? Milano e Torino hanno già introdotto da tempo divieti simili in parchi e aree gioco. Ma tra teoria e pratica, c’è di mezzo l’assenza di controlli e la solita, eterna abitudine italiana a fare finta di niente. Le sigarette continuano ad accendersi, anche sotto ai cartelli che le vietano.

La mossa della Francia lancia un segnale forte. Non solo sanitario, ma culturale. Proteggere i bambini dal fumo passivo non è più una raccomandazione: è una responsabilità pubblica. Ora tocca agli altri – Italia inclusa – decidere se restare a guardare o seguire l’esempio.

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