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Salute
30 Maggio 2025 - 16:15
Parlare fa bene, anche – e soprattutto – alla mente. Un recente studio ha rivelato che l’uso regolare di applicazioni di messaggistica come WhatsApp e delle classiche telefonate può diventare un potente alleato contro la demenza senile. L’indagine, condotta su un ampio campione di individui over 60, suggerisce che la comunicazione digitale potrebbe giocare un ruolo decisivo nel preservare le funzioni cognitive nella terza età.
Il cuore della scoperta è semplice ma rivoluzionario: mantenere attivi i contatti sociali attraverso strumenti digitali stimola il cervello e riduce l’isolamento, uno dei principali fattori di rischio per il deterioramento mentale. Ogni messaggio scambiato, ogni telefonata fatta, rappresenta una piccola palestra per la mente.
I ricercatori hanno osservato che l’interazione quotidiana, anche se mediata dalla tecnologia, migliora la memoria, la concentrazione e la capacità di risolvere problemi. Ma non solo: il senso di connessione con gli altri riduce lo stress, migliora l’umore e aumenta il benessere complessivo. Sentirsi coinvolti in conversazioni, anche semplici, mantiene viva l’attenzione e rafforza le reti neurali responsabili delle funzioni cognitive superiori.
In un’epoca in cui la solitudine è spesso la malattia silenziosa degli anziani, la tecnologia mostra il suo volto migliore. Una chat, una chiamata, un emoji possono fare molto più di quanto si pensi: aiutano non solo a sentirsi meno soli, ma anche a rimanere mentalmente attivi. E forse, a tenere lontana la demenza.
Lo studio apre la strada a nuove prospettive per la prevenzione del declino cognitivo, suggerendo che le politiche per l’invecchiamento sano dovrebbero integrare anche l’accesso e la formazione digitale per la popolazione anziana.
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