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La storia

Muore in un incidente ma parla in aula grazie all’AI: l’avatar di Chris porta il perdono in tribunale

L'immagine è stata creata grazie alla sorella Stacey e alle competenze tecnologiche del marito, attraverso l'uso di foto e video

 Muore in un incidente ma parla in aula grazie all’AI: l’avatar di Chris porta il perdono in tribunale

Le parole non le bastavano. Dopo due anni passati a scrivere la dichiarazione da leggere in tribunale per la morte del fratello, Stacey Wales ha capito che nessuna frase sarebbe riuscita a restituire davvero chi fosse Chris Pelkey, ucciso a 37 anni in un incidente stradale a Chandler, in Arizona. Così ha deciso di farlo parlare ancora una volta. Letteralmente.

Con l’aiuto del marito, esperto di tecnologia, Stacey ha creato un avatar digitale del fratello, ricostruito con vecchie foto, video e registrazioni vocali. E gli ha fatto leggere un messaggio scritto da lei: parole di perdono, rivolte a Gabriel Paul Horcasitas, l’uomo ritenuto responsabile della morte di Chris. Stacey non era ancora pronta a perdonare di persona, ma era certa che suo fratello lo avrebbe fatto.

Il video, mostrato in aula nel giorno della condanna, ha commosso tutti. “Ho sentito il perdono”, ha dichiarato il giudice Todd Lang, che ha inflitto a Horcasitas 10 anni e mezzo per omicidio colposo e 12 anni e mezzo totali includendo anche l’accusa di messa in pericolo. Un momento unico, dove la giustizia ha incrociato la tecnologia e l’emozione ha superato il linguaggio legale.

Veterano e il più giovane di tre fratelli, Christopher Pelkey era stato finora ricordato solo nei materiali processuali legati alla sua morte. Stacey, invece, voleva che il giudice vedesse anche chi era da vivo. Da anni lei e il marito lavoravano con avatar AI per eventi aziendali, e questa volta hanno deciso di usarla per dare voce a un lutto.

La scelta ha avuto anche una copertura legale: l’avvocata Jessica Gattuso, consultata il giorno prima dell’udienza, ha approvato l’idea facendo leva su una legge dell’Arizona che consente ampia libertà espressiva alle vittime nel raccontare la propria versione dei fatti.

Nel video, l’avatar si presenta come una ricostruzione digitale, ma secondo Stacey ne ha colto lo spirito. “In un’altra vita, probabilmente saremmo potuti essere amici”, dice rivolgendosi al condannato. Un messaggio di una delicatezza inaspettata, pronunciato con il volto e la voce di chi non c’è più.

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