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Cinema e TV
31 Maggio 2025 - 12:30
Una volta era il simbolo della TV americana moderna, oggi Grey’s Anatomy sta lentamente entrando in un territorio che pochi avrebbero immaginato: quello delle soap opera senza fine. Con la 21ª stagione ormai alle porte e nuovi personaggi in arrivo, il medical drama creato da Shonda Rhimes si sta trasformando in una sorta di “Beautiful in camice bianco”.
Quando debuttò nel 2005, Grey’s Anatomy rappresentava una ventata d’aria fresca nel panorama televisivo: un mix innovativo di medicina, dramma sentimentale e inclusività mai vista prima. Protagonisti giovani, intrighi romantici intensi, una colonna sonora cult e casi clinici al limite del miracolo: il pubblico si innamorò immediatamente del Seattle Grace Hospital e della sua squadra di specializzandi, capitanati da Meredith Grey.
Per anni, la serie ha raccontato con equilibrio tra vita e morte, cuore e cervello. Ha lanciato carriere (Ellen Pompeo, Sandra Oh, Patrick Dempsey), fatto piangere per la morte di personaggi amati e affrontato temi sociali di grande rilevanza, dalla sanità pubblica al razzismo, dal femminismo alla salute mentale.
Col tempo, però, il racconto ha cominciato a perdere l’urgenza della novità. Gli addii storici (Cristina, Derek, Alex, April, Arizona, Bailey a mezzo servizio) sono stati rimpiazzati da volti sempre nuovi, mentre Meredith stessa ha lasciato la narrazione centrale. Eppure, la serie continua a vivere, cambiare forma, reinventarsi — o, per alcuni, semplicemente trascinarsi.
Come Beautiful, Grey’s è diventata un’abitudine più che un appuntamento: la si guarda perché “c’è ancora”, non perché sorprenda. Le relazioni si moltiplicano, si rompono, si ricompongono; i medici vanno e vengono come le stagioni, e ogni nuovo amore sembra una riedizione del precedente. Alcune trame sembrano riciclate, i personaggi nuovi faticano a imporsi, eppure l’affezione del pubblico resiste.
Grey’s Anatomy è oggi una macchina narrativa inarrestabile, capace di produrre ore di TV, lanciare spin-off (Station 19, Private Practice) e mantenere lo zoccolo duro dei fan, anche tra le nuove generazioni che la scoprono su piattaforme streaming.
Come Beautiful, è diventata un universo chiuso, dove tutto è possibile: ritorni improbabili, resurrezioni, amori impossibili, e malattie rarissime che colpiscono sempre i protagonisti. La medicina è ancora lì, ma è ormai un contorno al melodramma umano.
Nel bene e nel male, Grey’s Anatomy è oggi più che una serie: è un rito collettivo, un luogo della memoria affettiva televisiva. E forse, come Beautiful, non finirà finché esisterà un pubblico pronto a innamorarsi, a soffrire, a sognare... davanti a un bisturi.
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