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Cinema e TV

'Grey's Anatomy' è diventata la nuova 'Beautiful'?

L'odissea delle soap opera interminabili

'Grey's Anatomy' è diventata la 'Beautiful' del XXI secolo?

Una volta era il simbolo della TV americana moderna, oggi Grey’s Anatomy sta lentamente entrando in un territorio che pochi avrebbero immaginato: quello delle soap opera senza fine. Con la 21ª stagione ormai alle porte e nuovi personaggi in arrivo, il medical drama creato da Shonda Rhimes si sta trasformando in una sorta di Beautiful in camice bianco”.

Da rivoluzione televisiva a istituzione seriale

Quando debuttò nel 2005, Grey’s Anatomy rappresentava una ventata d’aria fresca nel panorama televisivo: un mix innovativo di medicina, dramma sentimentale e inclusività mai vista prima. Protagonisti giovani, intrighi romantici intensi, una colonna sonora cult e casi clinici al limite del miracolo: il pubblico si innamorò immediatamente del Seattle Grace Hospital e della sua squadra di specializzandi, capitanati da Meredith Grey.

Per anni, la serie ha raccontato con equilibrio tra vita e morte, cuore e cervello. Ha lanciato carriere (Ellen Pompeo, Sandra Oh, Patrick Dempsey), fatto piangere per la morte di personaggi amati e affrontato temi sociali di grande rilevanza, dalla sanità pubblica al razzismo, dal femminismo alla salute mentale.

Ma poi… non è più finita

Col tempo, però, il racconto ha cominciato a perdere l’urgenza della novità. Gli addii storici (Cristina, Derek, Alex, April, Arizona, Bailey a mezzo servizio) sono stati rimpiazzati da volti sempre nuovi, mentre Meredith stessa ha lasciato la narrazione centrale. Eppure, la serie continua a vivere, cambiare forma, reinventarsi — o, per alcuni, semplicemente trascinarsi.

Come Beautiful, Grey’s è diventata un’abitudine più che un appuntamento: la si guarda perché “c’è ancora”, non perché sorprenda. Le relazioni si moltiplicano, si rompono, si ricompongono; i medici vanno e vengono come le stagioni, e ogni nuovo amore sembra una riedizione del precedente. Alcune trame sembrano riciclate, i personaggi nuovi faticano a imporsi, eppure l’affezione del pubblico resiste.

Un prodotto eterno o una soap mascherata da drama?

Grey’s Anatomy è oggi una macchina narrativa inarrestabile, capace di produrre ore di TV, lanciare spin-off (Station 19, Private Practice) e mantenere lo zoccolo duro dei fan, anche tra le nuove generazioni che la scoprono su piattaforme streaming.

Come Beautiful, è diventata un universo chiuso, dove tutto è possibile: ritorni improbabili, resurrezioni, amori impossibili, e malattie rarissime che colpiscono sempre i protagonisti. La medicina è ancora lì, ma è ormai un contorno al melodramma umano.

Il futuro? Forse non serve saperlo

Nel bene e nel male, Grey’s Anatomy è oggi più che una serie: è un rito collettivo, un luogo della memoria affettiva televisiva. E forse, come Beautiful, non finirà finché esisterà un pubblico pronto a innamorarsi, a soffrire, a sognare... davanti a un bisturi.

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