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I 200 pani d’Italia perfetti con la Nutella: quello più soffice è nato a Torino

Dalla piadina calda al pane cafone croccante, ogni regione ha il suo abbinamento speciale con la crema più amata.

I 200 pani d’Italia perfetti con la Nutella: quello più soffice è nato a Torino

Ogni angolo d’Italia ha il suo pane del cuore, che si sposa perfettamente anche con la più iconica delle creme spalmabili: la Nutella. Dalle forme antiche come il “Sa Tunda” sardo, simile a un fiore a sette petali, al “Ficcilatidd” lucano, ogni territorio offre una versione unica del binomio pane e crema di nocciole. E questa ricchezza si può esplorare comodamente online, grazie a una mappa interattiva che racconta la tradizione panificatoria italiana.

Perché Pane e Nutella piace a tutti (quasi)? La risposta è anche scientifica

Il successo del binomio non è soltanto questione di gusto. C’è una componente neuro-sensoriale molto forte. La Nutella, con il suo contenuto di cacao, è in grado di attivare i recettori cerebrali del piacere, stimolando la produzione di endorfine. Inoltre, la consistenza del pane unita alla cremosità della Nutella genera una sensazione di pienezza e gratificazione. Ma non è tutto: sembrerebbe proprio che il tipo di pane utilizzato cambi completamente l’esperienza sensoriale.

Un progetto per scoprire i pani d’Italia attraverso la Nutella

Da questa intuizione nasce uno studio promosso da Ferrero, in collaborazione con l’università di Pollenzo, per mappare la straordinaria varietà dei pani italiani – oltre 200 tipi, ciascuno con una storia diversa. Un progetto che coinvolge esperti locali, consorzi e artigiani, dando vita a una mappa digitale disponibile su nutella.com. Qui si possono scoprire dettagli storici, curiosità e suggerimenti di abbinamento con la Nutella.

Pane, storia e identità culturale

Per esempio, lo sapevate che il pane toscano è privo di sale perché, nel XII secolo, Firenze decise di non cedere alla tassa imposta da Pisa sul prezioso condimento? Oppure che il pancarré, nato a Torino, veniva servito al boia “capovolto” come forma di disprezzo sociale? E ancora: il pane cafone, simbolo del popolo campano, si contrapponeva nel Settecento al più elegante pane francese dei salotti aristocratici.

Questi dettagli rendono ogni fetta un piccolo racconto culturale. Pancarré e pane cafone sono molto diversi: farine differenti (tenero contro duro), forme e consistenze opposte. Il pancarré è soffice e regolare, il cafone ha una crosta croccante e un’anima rustica. Anche la spalmabilità cambia: con il cafone bisogna fare attenzione, seguire le venature e riempire gli alveoli, mentre con il pancarré basta un gesto fluido.

C'è una leggenda che lega il pancarrè alla città di Torino. Si dice infatti che nel XV secolo Amedeo VIII di Savoia promulgò un editto per far distribuire il pane a tutta la popolazione, anche ai boia (che erano molto odiati e perciò relegati ai confini della società). In risposta a questo emendamento, i fornai inventarono un pane rettangolare, senza un sopra o un sotto, per poterlo servire ai boia a testa in giù in segno di disprezzo, come era loro usanza, senza essere denunciati alle autorità. Nacque così il pancarrè, poi diffusosi in tutto il mondo.

Come spalmare la Nutella (bene): lo dice la scienza

La mappa interattiva non si limita a raccontare la storia dei pani, ma offre anche consigli pratici: come affettarli e come spalmarli per ottenere la migliore esperienza, anche dal punto di vista nutrizionale. Per esempio, per un adulto normopeso, la porzione consigliata di Nutella è di 15 grammi, l’equivalente di un cucchiaio raso. Alcuni pani, come la piadina romagnola o la crescia di Urbino, andrebbero riscaldati prima di essere farciti con la crema alle nocciole, per esaltarne l’aroma e la consistenza.

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