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bonus trasferimento
03 Giugno 2025 - 20:42
Un milione di abitanti, università, industrie e Pil tra i più alti del Paese. Eppure Varese non riesce più a trattenere i suoi giovani. L’esodo verso Milano e, soprattutto, verso la vicinissima Svizzera è continuo, sistematico, scoraggiante. I dati parlano chiaro: quattro giovani su dieci scelgono di andare altrove. E non certo per mancanza di opportunità formative: sul territorio ci sono istituti tecnici, ITS, atenei e tassi di occupazione post-studio da record. Il vero nodo? Gli stipendi, troppo bassi rispetto alla concorrenza elvetica.
Così, la Camera di Commercio di Varese prova una mossa quasi da marketing territoriale estremo: un incentivo da 6.000 euro a fondo perduto, distribuito in tre anni, per chi sceglie di trasferirsi e lavorare in provincia. Il bando, dal nome eloquente “Vieni a vivere a Varese”, è stato annunciato dal presidente Mauro Vitiello e ha già ottenuto il via libera fiscale.
Chi può richiederlo?
Chiunque si trasferisca a Varese con un contratto di lavoro (anche a tempo determinato) firmato con un’azienda locale. In cambio: 2.000 euro l’anno per tre anni. Non sarà la svolta di una vita, ma è un segnale: “Ti vogliamo qui”, sembra dire il territorio ai giovani in fuga.
La mossa suona familiare: ricorda quei bandi lanciati da paesini di montagna o borghi semi-abbandonati del Centro Italia. Solo che qui non siamo in un angolo remoto del Belpaese, ma in una delle province più ricche e produttive della Lombardia.
Eppure anche qui si fa fatica a trovare i profili giusti: secondo Unioncamere, a maggio su 460mila posizioni aperte in Italia, la metà è rimasta scoperta per mancanza di competenze adeguate. Il paradosso si fa evidente: formazione c’è, richiesta c’è, ma il mismatch salariale fa crollare l’equilibrio.
“A chi sceglie Varese diciamo: qui trovi lavoro, servizi, ambiente e qualità della vita”, ha spiegato Vitiello. “Ma dobbiamo essere competitivi con chi guarda a Milano o oltreconfine per qualche centinaio di euro in più”.
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