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L'allarme
04 Giugno 2025 - 01:30
Un dato allarmante emerge dall’ultimo rapporto 2024 della Partnership for Active Travel and Health (PATH): l’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di mortalità tra chi si sposta in bicicletta. Con 5,1 decessi ogni 100 milioni di chilometri pedalati, il rischio di morire in sella nel nostro Paese supera di gran lunga gli standard di sicurezza medi europei, e quasi raddoppia quello della Francia, seconda in classifica con 2,9 decessi.
A fare la differenza non è il numero assoluto di vittime, ma il rapporto tra i decessi e i chilometri realmente percorsi. Questo indicatore, più preciso, restituisce una fotografia fedele del pericolo che affrontano i ciclisti su strade italiane, segnando un primato negativo che non può essere ignorato come un fenomeno occasionale.
Sul podio di questa sciagurata classifica dopo l’Italia, Austria e Belgio, con 2,5 decessi ogni 100 milioni di chilometri, mentre Irlanda, Svizzera, Germania e Paesi Bassi registrano valori significativamente più bassi: rispettivamente 1,9, 1,6, 1,1 e appena 0,9, confermando un divario netto e strutturale tra il nostro Paese e le nazioni europee più virtuose.
Le cause di questo bilancio dramma
Il pericolo per chi sceglie la bici in Italia non è una sensazione soggettiva, ma un dato oggettivo e misurabile. Riguarda sia gli spostamenti urbani, sempre più necessari per tanti cittadini, sia le percorrenze extraurbane, dove l’alta velocità e la convivenza con veicoli pesanti rendono la situazione ancora più critica.
Questo rapporto lancia un segnale forte: per invertire questa tendenza è urgente un cambio di passo strutturale, a partire da investimenti mirati e politiche di sicurezza efficaci, per rendere la bicicletta un mezzo sicuro e sostenibile anche sulle strade italiane.
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