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Il caso

Insegnante americana abbandona la scuola: “I ragazzi non sanno più leggere”

Il legame tra l’uso dell’intelligenza artificiale e il calo dell’alfabetizzazione nelle scuole: la situazione, anche in Italia

Insegnante americana abbandona la scuola: “I ragazzi non sanno più leggere”

Immagine di repertorio

Hannah Maria, una giovane insegnante di inglese delle scuole superiori, ha recentemente annunciato la sua decisione di lasciare la professione, scatenando un acceso dibattito sui social media. Nel suo video su TikTok, ora privato, Maria ha spiegato che la causa della sua scelta è la drammatica caduta nelle competenze di lettura e nel comportamento degli studenti, fenomeno che lei collega principalmente all’uso eccessivo della tecnologia. Secondo Maria, i suoi studenti non riescono a concentrarsi, hanno scarse capacità di lettura e scrittura, e presentano un’incapacità di stare fermi per periodi prolungati. Ritiene che la causa principale di questo calo nelle capacità scolastiche sia l'uso eccessivo della tecnologia, in particolare degli strumenti basati su intelligenza artificiale.

"I ragazzi non sanno più leggere perché hanno sempre qualcosa che legge loro ad alta voce o possono premere un pulsante e avere tutto letto per loro in pochi secondi", ha dichiarato Maria nel suo post. Ha inoltre osservato che l'uso della tecnologia ha contribuito a ridurre la capacità di concentrazione, con i ragazzi che non riescono a rimanere focalizzati su una cosa per più di un minuto. Questa iperstimolazione, combinata con la disponibilità immediata di informazioni, sta minando le capacità cognitive fondamentali per la crescita e lo sviluppo.

Le statistiche sull’alfabetizzazione confermano le sue preoccupazioni: le valutazioni annuali sulle abilità di lettura e matematica, condotte dal National Center for Education Statistics (NCES), mostrano un calo dei punteggi medi di 7 punti in lettura e 14 in matematica negli ultimi dieci anni. Inoltre, solo il 47% degli studenti di scuola materna è riuscito a leggere al livello richiesto durante l'anno scolastico 2021-2022.

Maria, pur riconoscendo che l’intelligenza artificiale sarà sempre più presente nella vita quotidiana, sostiene che gli studenti necessitano di competenze di base, come la lettura e la scrittura, per poter affrontare la vita al di fuori della scuola. L'insegnante propone una soluzione radicale: limitare l’uso della tecnologia per i bambini e ragazzi, forse fino al momento dell’ingresso al college. Sebbene il 33% degli adulti americani condivida il suo parere che l'uso dell'AI stia avendo impatti negativi sull’istruzione, la maggior parte dei genitori e degli educatori non è favorevole a restrizioni drastiche sull’uso della tecnologia. In un sondaggio del 2023, solo il 24% degli adulti ha suggerito di vietare l'uso dell'AI, mentre il 52% ha preferito che le scuole insegnassero ai bambini come utilizzarla correttamente.

In Italia, l' intelligenza artificiale sta entrando nel mondo scolastico con una crescente attenzione da parte degli insegnanti, che ne riconoscono le potenzialità ma sono anche consapevoli dei rischi connessi. Un'indagine condotta da INDIRE in collaborazione con La Tecnica della Scuola ha coinvolto oltre 1.800 docenti di ogni ordine e grado, rivelando che più della metà degli insegnanti utilizza regolarmente strumenti di IA nelle proprie attività didattiche. La maggior parte degli intervistati impiega l'intelligenza artificiale per supportare l'insegnamento, mentre una parte significativa la utilizza anche per compiti amministrativi e di progettazione didattica.

Nonostante l'entusiasmo generale, emergono preoccupazioni riguardo all'affidabilità delle informazioni generate dall'IA e alla necessità di educare gli studenti a un uso consapevole della tecnologia. L'82% dei docenti ha dichiarato di ritenere necessaria una formazione specifica per coloro che ancora non utilizzano l'IA, segnalando un desiderio di integrare questa innovazione nelle scuole in modo responsabile e critico. Tuttavia, rimane una resistenza tra una parte del corpo docente, che esprime dubbi sull'introduzione della tecnologia nella didattica, principalmente a causa delle implicazioni etiche e della qualità delle informazioni fornite.

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