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05 Giugno 2025 - 16:25
L'era dell'autoradio potrebbe essere giunta al termine, un cambiamento che non è solo tecnologico, ma anche culturale e sociale. Massimiliano Capitanio, commissario dell'Agcom, ha lanciato l’allarme su Non Stop News, sottolineando un pericolo sottovalutato: 26 milioni di italiani potrebbero trovarsi presto a viaggiare su automobili prive del classico sintonizzatore FM o DAB.
Le nuove auto, infatti, potrebbero essere equipaggiate solo con porte USB, lasciando spazio solo a dispositivi personali come smartphone o tablet, mentre l’accesso alla radio tradizionale scompare. "Il rischio che stiamo affrontando è un rischio serio, eppure sottovalutato. Alcuni produttori di auto, soprattutto quelli di piccole auto elettriche, molto amate dai giovani, hanno già eliminato completamente le autoradio", ha dichiarato Capitanio.
Nel 2022, l'autoradio è stato il principale mezzo di ascolto radiofonico, raggiungendo ben 23,7 milioni di italiani. Ma non si tratta solo di uno strumento di intrattenimento; l'autoradio permette un accesso immediato a notizie e informazioni vitali. Eliminare questo supporto significherebbe compromettere l'accesso al pluralismo informativo e creare una dipendenza totale dalla connettività, un cambiamento che potrebbe avere ripercussioni negative sul diritto all'informazione.
L’Agcom, da sempre a tutela dei mezzi di informazione tradizionale, considera la radio non solo come un intrattenimento, ma come un pilastro fondamentale della democrazia. "Tutti dovrebbero essere educati all'uso di un meraviglioso strumento come la radio. Tuttavia, le auto stanno uscendo dalla produzione senza la classica autoradio, che garantisce la disponibilità della tecnologia DAB o FM, come previsto dal codice della comunicazione", ha spiegato Capitanio.
Con l’eliminazione della radio tradizionale a favore di display e interfacce USB, le auto potrebbero veicolare altre piattaforme, al momento solo musicali, ma in futuro anche di informazione. Tuttavia, ciò rischia di escludere l'accesso alla radio, riducendo il pluralismo delle fonti di informazione e spingendo gli utenti verso piattaforme algoritmiche dove i contenuti sono selezionati sulla base di logiche commerciali e di profilazione. "Come autorità di controllo, abbiamo segnalato questo allarme al Governo con una nota ufficiale", ha aggiunto Capitanio.
Eliminare la radio dalle auto significa erodere un accesso pubblico e gratuito all'informazione. La radio FM/AM non richiede connessione Internet e raggiunge anche le aree più isolate, rappresentando un mezzo capillare di informazione pubblica, fondamentale soprattutto in paesi con disuguaglianze digitali. In situazioni di emergenza, come calamità naturali o blackout, la radio è spesso l'unico canale ancora operativo per aggiornamenti tempestivi.
"La radio FM è una struttura fondamentale. Se dovessi decidere di spegnere alcune infrastrutture come le autostrade o le reti postali, le infrastrutture FM sarebbero comunque necessarie, anche come back-up infrastrutturale, un elemento di certezza fondamentale per le nostre democrazie", ha concluso Capitanio. Togliere la radio potrebbe significare ridurre drasticamente l'accesso a punti di vista alternativi e indipendenti, facendo prevalere una visione unica dettata da logiche commerciali.
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