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Medicina
05 Giugno 2025 - 22:40
La ricerca sulla cura dell’HIV ha fatto un grande passo in avanti grazie a un approccio innovativo basato sulla tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), già utilizzata per i vaccini contro il Covid. Questo nuovo metodo ha permesso di rendere visibile il virus nelle cellule del sistema immunitario che integrano il suo DNA, in particolare nelle cellule T CD4+ quiescenti. Queste cellule rimangono in uno stato di latenza, ma si riattivano in risposta a specifici stimoli.
Il principale ostacolo alla cura dell’HIV è proprio la persistenza del virus nelle cellule T CD4+, che rimangono nascoste e pronte a riattivarsi quando il trattamento antiretrovirale viene interrotto. Nonostante i farmaci riescano a controllare l'infezione, il virus non viene eradicato, rendendo necessario un trattamento continuo. Tuttavia, il recente progresso dei ricercatori potrebbe cambiare le carte in tavola. Inducendo le cellule T CD4+ a rivelare la presenza del virus, gli scienziati sono riusciti a identificare selettivamente i serbatoi latenti di HIV. I primi test di laboratorio, che hanno dimostrato l’efficacia di questo metodo, sono stati pubblicati su Nature Communications.
L’approccio innovativo per la cura dell’HIV si basa sull'ottimizzazione di nano-particelle lipidiche speciali che veicolano l’RNA messaggero (mRNA) all'interno delle cellule del sistema immunitario. Queste nano-particelle, denominate LNP X dai ricercatori dell'Università di Melbourne, hanno dimostrato di essere in grado di trasportare efficacemente l’mRNA nelle cellule T CD4+, dove può attivare il virus e farlo emergere dal suo stato di latenza.
“La sfida è stata enorme, pensavamo fosse impossibile,” ha affermato la dottoressa Paula Cevaal, ricercatrice presso il Doherty Institute di Melbourne e co-prima autrice dello studio. Le cellule T CD4+ sono particolarmente difficili da raggiungere perché non assorbono le normali nanoparticelle lipidiche finora utilizzate per il trasporto dell’mRNA nelle cellule.
Il passo successivo è stato associare a queste nano-particelle un RNA messaggero che codifica per la proteina Tat dell’HIV, un attivatore della trascrizione virale che permette di "invertire" la latenza del virus. Questo meccanismo consente di identificare le cellule in cui l’HIV è nascosto, facilitando l’eliminazione mirata del virus.
I test condotti su cellule donate da pazienti con HIV hanno mostrato il potenziale di questa strategia, che potrebbe portare allo sviluppo di una terapia in grado di colpire selettivamente le cellule infette, eliminandole definitivamente.
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