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SALUTE & BENESSERE
08 Giugno 2025 - 15:15
Succede all’improvviso, spesso senza un motivo preciso. Un pensiero si fa insistente, il cuore accelera, la mente comincia a correre più veloce di quanto vorremmo. È l’ansia che si insinua, e anche se non c’è alcun pericolo concreto, il corpo e il cervello si comportano come se stessero affrontando un’emergenza. Questa reazione nasce da un antico meccanismo di difesa, utile in passato per reagire a minacce reali. Oggi, però, può trasformarsi in un fastidio cronico che compromette la qualità della vita, intaccando la lucidità, la memoria e la capacità di concentrarsi. In questo scenario, la mindfulness si sta rivelando uno strumento prezioso per ritrovare stabilità.
Si tratta di una pratica semplice ma profonda che insegna a dirigere in modo consapevole la propria attenzione, restando presenti a ciò che accade, nel corpo e nella mente, senza farsi travolgere. A differenza di altre tecniche più complesse, la mindfulness può essere integrata nella vita quotidiana senza bisogno di strumenti particolari o spazi dedicati. Basta sedersi per qualche minuto, respirare e osservare.
La prima forma di esercizio è quella più intuitiva: ascoltare il proprio respiro. Un gesto apparentemente banale che, se svolto con consapevolezza, diventa una bussola interiore. Percepire l’aria che entra ed esce, notare il movimento del torace, sentire la temperatura del respiro: tutto questo aiuta a interrompere il flusso continuo dei pensieri e a riportare la mente al presente. È un modo per smettere di inseguire scenari futuri o rimuginare sul passato, tornando al punto fermo di ciò che accade qui e ora.
Il secondo esercizio suggerisce di osservare i pensieri come se fossero nuvole che attraversano il cielo: vanno, vengono, si trasformano. Non servono giudizi, né tentativi di bloccarli. L’obiettivo è accorgersi della loro presenza senza identificarcisi, lasciando che scorrano come immagini su uno schermo. Anche solo qualche minuto di questo “distacco attivo” può alleggerire la mente e far calare la tensione emotiva. Il terzo passaggio riguarda l’accettazione del presente. Una delle cause più comuni dell’ansia è il continuo tentativo di opporsi a ciò che accade. Ci si ribella alle situazioni spiacevoli, si cerca di evitarle, si rifiuta il disagio. La mindfulness, invece, invita a fare esattamente il contrario: accogliere ciò che c’è. Non significa subire o arrendersi, ma prendere atto della realtà senza distorsioni. Riconoscere un’emozione, anche negativa, può diventare il primo passo per disinnescarla. Accettare la presenza dell’ansia permette di smettere di combatterla e iniziare a comprenderla. Vivere nel presente, senza etichette, restituisce un senso di controllo e riduce l’iperattività mentale.
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