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Cinema e TV
09 Giugno 2025 - 17:40
Alla giornata di apertura del prestigioso Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy, Marvel Animation ha svelato in anteprima mondiale il primo episodio di Eyes of Wakanda, la nuova serie animata spin-off dedicata all’universo del Black Panther. Ideata e diretta da Todd Harris, la serie affonda le sue radici nella storia antica del regno di Wakanda, scavando fino a 3.000 anni fa per raccontare come è nata la cultura e la determinazione che avrebbero portato, secoli dopo, alla nascita del leggendario eroe Marvel.
Il primo episodio si apre nell’antica Creta, dove un ex generale wakandiano, doppiato da Cress Williams, ha tradito la sua patria rubando tecnologie forgiate in vibranio – il metallo più prezioso e potente al mondo – e le ha usate per fondare un proprio regno tirannico: il “Regno del Leone”. Una premessa molto simile a quella del film della Pantera Nera del 2018.
A inseguirlo viene mandata Noni (con la voce della modella e attrice Winnie Harlow), una ex guerriera delle Dora Milaje, espulsa per disobbedienza. La donna intraprende un viaggio pericoloso e solitario per riportare l’ex generale in patria, scontrandosi con il suo esercito personale a bordo di una gigantesca nave da guerra, cuore di una potente flotta navale.
Nel corso della missione, Noni scopre l’esistenza di un’agenzia segreta wakandiana: gli Hatut Zeraze, una sorta di servizio segreto incaricato di recuperare nel corso dei secoli gli artefatti in vibranio dispersi nel mondo.
“La serie è una sorta di antologia narrativa”, ha spiegato Harris durante il panel successivo alla proiezione. “Ogni episodio parte da una scintilla: qualcosa viene rubato e i wakandiani fanno di tutto per riprenderselo. È un modo per raccontare una civiltà che da 3.000 anni sa chi è, sa cosa vuole proteggere e agisce con pazienza e visione”.
Secondo Harris, Eyes of Wakanda mostra proprio quel tipo di cultura che ha dato vita al Black Panther. “Non si tratta solo dei re e dei supereroi, ma di ogni cittadino: generali, scienziati, spie. Ognuno lavora con dedizione a un progetto che durerà secoli, anche se non ne vedranno mai la fine. È una testimonianza della loro perseveranza come popolo”.
Ogni episodio seguirà gli agenti degli Hatut Zeraze attraverso diverse epoche storiche, nel tentativo di recuperare frammenti di vibranio caduti nelle mani sbagliate. Harris ha chiarito che la serie è fortemente ispirata ai racconti di spionaggio, con personaggi che vivono in contesti realistici ma che devono sempre rispondere al dovere patriottico verso la propria nazione.
Il creatore ha definito Wakanda “una sorta di Star Trek piantato nel cuore dell’Africa”, e ha rivelato che Ryan Coogler – regista di Black Panther – ha dato carta bianca agli autori nel reinventare l’antichità del regno. Tra le fonti storiche più affascinanti usate c’è il misterioso popolo del mare dell’Età del Bronzo: “Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se a guidarli fossero stati i wakandiani. Che impatto avrebbero avuto sul mondo?”, ha raccontato Harris.
Todd Harris, noto soprattutto come storyboard artist per franchise come John Wick, Black Panther, Shang-Chi e altri blockbuster hollywoodiani, ha detto di essersi sentito a casa nell’animazione: “Il bello dell’animazione è che puoi raccontare storie spettacolari con la stessa libertà visiva, che tu stia rappresentando Brooklyn o Marte. L’unico limite è l’immaginazione”.
Con Eyes of Wakanda, Marvel punta a espandere il suo universo animato, offrendo una narrazione più storica e profonda, e valorizzando le origini culturali del regno più avanzato del mondo Marvel. Il viaggio di Noni, e dei tanti agenti che la seguiranno, è appena iniziato – e promette di esplorare non solo nuovi luoghi e nemici, ma anche nuove verità su cosa significa essere wakandiani.
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