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La storia
10 Giugno 2025 - 14:55
In Giappone pubblicare spoiler non è più solo una cattiva abitudine: può costare la galera. Lo scorso mese, cinque persone sono state denunciate per violazione del diritto d’autore perché gestivano un sito che rivelava trame, dialoghi e finali di opere protette. Nel mirino della Content Overseas Distribution Association (CODA) ci sono oltre ottomila contenuti, tra cui titoli iconici come Godzilla Minus One, Shin Ultraman e Neck.
È la seconda volta che entra in gioco una legge introdotta nel 2021, che ha irrigidito le sanzioni contro chi pubblica online riassunti e dettagli di manga e anime. Nei casi più gravi, chi svela il finale rischia fino a cinque anni di carcere o una multa da 30mila euro.
I siti incriminati non distribuiscono illegalmente le opere, ma ne anticipano contenuti chiave: trame dettagliate, nomi dei personaggi, perfino battute dei dialoghi. Gli appassionati li consultano per restare aggiornati sulle serie più seguite. Ma per le autorità giapponesi si tratta comunque di una violazione del diritto d’autore. L’arresto di un uomo, lo scorso ottobre, per aver pubblicato spoiler di Overlord, è solo uno dei tanti casi che stanno emergendo.
CODA ha fornito anche alcuni screenshot – censurati – che mostrano il tipo di contenuti diffusi: come la schermata d’apertura di Godzilla Minus One. Ma resta incerta l’estensione reale della violazione, tra testi originali e semplici riassunti.
Nel quadro normativo giapponese, anche chi non ospita direttamente i file è considerato colpevole. La legge, infatti, punisce anche i cosiddetti leech sites, che si limitano a linkare materiale protetto, senza conservarlo. Chi gestisce un portale del genere, in Giappone, rischia le stesse sanzioni di chi ospita direttamente i contenuti.
Nel 2023 è toccato a uno youtuber, colpevole – secondo le autorità – di aver caricato video in cui giocava a Steins;Gate: My Darling’s Embrace, narrandone passo dopo passo la trama. Un semplice Let’s Play, attività comunemente accettata a livello globale. Ma CODA ha visto nei video una violazione del copyright: lo youtuber traeva profitto divulgando trame protette, trasformando il gameplay in uno spoiler monetizzabile.
Il Giappone ha avviato la sua crociata anti-pirateria già nel 2012, inasprendo progressivamente le pene. Oggi, però, la stretta sugli spoiler fa discutere. Techdirt, portale americano di analisi digitali, ha definito la legge «un regalo alle industrie dei manga e degli anime», sempre più centrali nella cultura giapponese. E i numeri lo confermano: nel 2024 il mercato degli anime ha raggiunto i 28,6 miliardi di dollari, quello dei manga 4,7 miliardi.
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