Cerca

Cinema e TV

Michael Douglas a Taormina per il Film Festival: "Chiedo perdono per il mio paese"

L'attore ha riflettuto sul mondo attuale, la carriera e la sua fiducia nella Generazione Z

Michael Douglas a Taormina per il Film Festival: "Chiedo perdono per il mio paese"

Michael Douglas torna a Taormina dopo 21 anni e lo fa da protagonista, aprendo la 71esima edizione del Taormina Film Festival, rilanciata sotto la direzione di Tiziana Rocca. Sul palco del Teatro Antico, l’attore e produttore premio Oscar riflette su un mondo attraversato da conflitti e tensioni crescenti: “Sono nato nel 1944, alla fine della Seconda guerra mondiale. Ma questo, per me, è il periodo più buio che io ricordi”, ha detto rivolgendosi al pubblico con toni diretti e senza filtri.

L’attore, noto anche per il suo attivismo politico, ha espresso profonda preoccupazione per l’aumento globale delle spese militari, in particolare negli Stati Uniti. “Con tutta l’intelligenza che abbiamo come esseri umani, è ridicolo trovarci ancora nel mezzo di tante guerre. Mi vergogno di ciò che il mio Paese sta contribuendo a generare nel mondo, ha dichiarato, scusandosi simbolicamente con vicini e alleati come Canada, Messico e Paesi europei.

Douglas è tornato sul tema anche durante un incontro con la stampa italiana, commentando le recenti tensioni in California, legate alle proteste per i raid anti-immigrati voluti dall’ex presidente Trump. Pur senza nominarlo esplicitamente, ha criticato l’utilizzo dell’immigrazione come leva politica e le modalità repressive messe in atto. “È un diversivo per distogliere l’attenzione da altri problemi. Colpire la California, Stato democratico e quarta economia mondiale, è una mossa politica”.

Sul fronte personale e artistico, Douglas ha condiviso riflessioni sul suo istinto professionale – “a volte sbaglio, oggi lo analizzo meglio” – e sulla sua lunga carriera, soffermandosi su ruoli iconici come quello di Gordon Gekko in Wall Street. “Era un cattivo, corrotto. Eppure, i banchieri continuano a dirmi che quel personaggio li ha ispirati a entrare nel mondo della finanza”.

Parlando della storica produzione di Qualcuno volò sul nido del cuculo, Douglas ha ricordato quanto fu difficile trovare un’attrice per il ruolo della rigida infermiera Ratched. “Nel 1975, per molte attrici era impensabile interpretare una cattiva”, ha commentato, sottolineando quanto sia sempre stato attratto da personaggi moralmente ambigui, capaci di suscitare empatia e repulsione insieme.

L’attore ha poi definito il matrimonio con Catherine Zeta-Jones la sua più grande fortuna, raccontando ironicamente come abbia colto l’occasione dopo aver letto su una rivista la sua presunta attrazione per uomini più grandi. Altro snodo cruciale della sua carriera è stata la decisione di produrre Qualcuno volò sul nido del cuculo, su impulso del padre Kirk: “Quella scelta ha cambiato tutto”.

Sul tema dell’età a Hollywood, Douglas ha ammesso che per un uomo l’invecchiamento è più semplice che per una donna. I suoi figli, entrambi attori emergenti, si stanno ora affacciando alla carriera: “Mia figlia riceve più attenzione, ma i ragazzi arrivano spesso al successo più tardi”. Rispetto al dibattito sui “nepo baby”, ha difeso il diritto dei figli d’arte a seguire le orme dei genitori: “Tutti vogliono che i propri figli proseguano ciò che hanno iniziato. Ma un padre non può recitare per te”.

Douglas si è mostrato invece profondamente critico nei confronti dell’intelligenza artificiale, esprimendo pessimismo: “Non credo alle promesse di regolamentazione. Nei prossimi cinque anni, il pianeta non sarà più lo stesso. Sarà una rivoluzione.

Infine, ha ricordato la leggendaria scena con Sharon Stone in Basic Instinct e il suo orgoglio per film come Attrazione fatale, rivelando quanto fossero intensi quei set, privi dei moderni coordinatori dell’intimità.

Douglas ha chiuso con uno slancio di fiducia verso il futuro, riponendo speranze nella Generazione Z, di cui fa parte suo figlio minore: “Spero che prendano il controllo, spingano fuori gli anziani dalla politica e aiutino a ripulire il disastro che abbiamo lasciato. Tifo per loro.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.