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Lo studio
12 Giugno 2025 - 22:15
Durante le attività quotidiane come cucinare, prendere un mezzo pubblico o annaffiare le piante, i nostri pensieri scorrono come un fiume incessante, spesso lontani dal compito che stiamo svolgendo. È normale non concentrarsi su ciò che stiamo facendo, ma ogni tanto la mente sembra fermarsi completamente, per pochi istanti. Questi momenti di vuoto mentale sono diventati oggetto di numerosi studi scientifici, che cercano di capire cosa accada davvero nel cervello quando non pensiamo a nulla.
Un gruppo di neuroscienziati provenienti da Francia, Belgio e Australia ha esaminato circa 80 articoli scientifici per indagare il fenomeno del "vuoto mentale" e cercare una definizione condivisa. L’obiettivo è capire se questo stato possa essere associato a specifici cambiamenti fisiologici, neurali e cognitivi.
I risultati dell'analisi sono sorprendenti: il vuoto mentale non è solo un’impressione soggettiva, ma un preciso stato cerebrale che si distingue da tutti gli altri momenti in cui siamo impegnati in un pensiero. Si può verificare mentre parliamo, mentre ascoltiamo musica o anche mentre dormiamo. Sebbene non sia chiaro quanto duri né cosa lo causi, sembra essere qualcosa di più di un semplice calo momentaneo di attenzione o una disfunzione legata alla memoria o al linguaggio.
Il termine "vuoto mentale" (mind blanking) non ha una definizione universale, poiché le persone tendono a descrivere l’esperienza in modi diversi: qualcuno potrebbe dire «non ricordo cosa stavo pensando», altri «non stavo prestando attenzione». Questo rende difficile per i ricercatori identificare una causa unica per il fenomeno, spesso associandolo a processi cerebrali come la memoria o l’attenzione. Tuttavia, il vuoto mentale non sembra essere necessariamente legato a uno di questi processi specifici.
Gli scienziati hanno sviluppato un modo innovativo per studiare il vuoto mentale, evitando di indurlo artificialmente. In un precedente studio, i ricercatori avevano chiesto ai partecipanti di rispondere a intervalli casuali su cosa stessero pensando, scoprendo che quando dicevano di non pensare a nulla, l’attività cerebrale mostrava uno schema ricorrente. Questo "vuoto" risultava essere legato a una disattivazione temporanea di un complesso circuito cerebrale, normalmente attivo quando la mente è occupata, anche nei momenti di distrazione o "mind wandering".
Le analisi EEG (elettroencefalografia) e fMRI (risonanza magnetica funzionale) hanno rivelato che le onde cerebrali durante il vuoto mentale somigliano a quelle riscontrate durante il sonno, specialmente nelle fasi di sogni di cui non si ricorda il contenuto.
Il vuoto mentale non è raro: si verifica tra il 5 e il 20% delle volte nelle persone esaminate. Tuttavia, alcune persone sono più inclini a sperimentarlo di altre. Il fenomeno sembra essere più frequente tra chi soffre di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) o di altri disturbi legati alla salute mentale, come l’ansia. Gli esperti sottolineano che sono necessari ulteriori studi per esplorare come il vuoto mentale si relazioni con queste condizioni.
Una delle ipotesi proposte è che il vuoto mentale possa essere il risultato di una sorta di "reset" del cervello, una breve pausa che consente al sistema cognitivo di riorganizzarsi. Questo potrebbe spiegare perché i vuoti mentali si verificano frequentemente alla fine di compiti che richiedono concentrazione prolungata, dopo la privazione del sonno o dopo sforzi fisici intensi. Ma il fenomeno può presentarsi anche in altri momenti.
Secondo gli esperti, studiare il vuoto mentale potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere meglio il funzionamento del cervello. Il fatto che il vuoto mentale condivida caratteristiche con il sonno potrebbe permettere di fare luce su esperienze cerebrali difficili da analizzare in modo diretto. Adriana Alcaraz, esperta del sonno, ha dichiarato a El País che esplorare questo fenomeno è particolarmente importante in un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da stimoli esterni, come il lavoro e lo smartphone.
In definitiva, il vuoto mentale, pur essendo un fenomeno breve e spesso sfuggente, potrebbe avere un ruolo fondamentale nella nostra salute mentale e cognitiva, aprendo nuove vie per comprendere meglio come funziona il cervello umano.
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