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16 Giugno 2025 - 14:05
Uno studio recente condotto dai ricercatori della Stanford University ha gettato nuova luce sull'età in cui si manifestano i primi segni dell'invecchiamento biologico negli esseri umani. Pubblicata sulla rivista "Nature Medicine", la ricerca ha coinvolto oltre 4.000 partecipanti e ha permesso di identificare con maggiore esattezza l'età in cui iniziano a comparire i segni di declino fisiologico, mentale e della salute legati all'età avanzata.
Il team di ricerca ha concentrato la propria attenzione sul plasma sanguigno di 4.263 donatori, con un'età compresa tra i 18 e i 95 anni, analizzando le variazioni nelle concentrazioni di proteine specifiche che rispecchiano il funzionamento delle cellule e dei tessuti. Il ricercatore Tony Wyss-Coray ha spiegato che "le proteine rappresentano i 'motori' fondamentali delle cellule", e le loro variazioni nei livelli indicano alterazioni nel corpo umano.
Su oltre 3.000 proteine analizzate, 1.379 sono state individuate come variabili legate all'età, e di queste, 373 si sono rivelate particolarmente affidabili per prevedere l'età biologica dei soggetti. I dati acquisiti hanno consentito di delineare una curva del declino delle funzioni corporee, che inizia prima di quanto si pensasse. Secondo gli esiti dello studio, l'invecchiamento biologico si manifesta già a partire dai 34 anni, quando si possono osservare i primi segnali di deterioramento.
In base a queste scoperte, i ricercatori hanno distinto il processo di invecchiamento in tre fasi:
Questa classificazione offre un quadro scientifico più accurato rispetto ai consueti concetti culturali e sociali di "vecchiaia". Wyss-Coray ha sottolineato alcune caratteristiche comuni dell'invecchiamento riscontrate tra tutti i partecipanti allo studio, corroborando dati già conosciuti e arricchendoli con nuove sfumature biologiche:
Le conclusioni dello studio evidenziano il ruolo cruciale delle proteine e della riparazione del DNA nel determinare il processo di invecchiamento e aprono a nuove possibilità di interventi terapeutici volti a rallentare o mitigare tale processo. Questa ricerca costituisce un passo importante verso una maggiore comprensione dei meccanismi biologici dell'invecchiamento, con significative implicazioni per la medicina preventiva e il miglioramento della qualità della vita degli anziani.
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