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lavoro e intelligenza artificiale
18 Giugno 2025 - 19:30
Andy Jassy, CEO di Amazon
Amazon cambia pelle. Nella comunicazione interna inviata il 17 giugno, il CEO Andy Jassy ha ufficializzato quello che molti temevano: l’intelligenza artificiale prenderà il posto di una parte consistente dei dipendenti. Non è solo una questione di supporto tecnologico, ma di vera e propria sostituzione: nei prossimi anni, la forza lavoro corporate verrà ridotta per effetto diretto dell'automazione.
Negli ultimi anni Amazon aveva già tagliato oltre 27.000 posti, e nel solo 2025 altre 300 posizioni sono state eliminate. Ma la riduzione non si fermerà qui. Al centro della trasformazione ci sono gli “agenti intelligenti”, sistemi IA in grado di svolgere compiti complessi in autonomia: pianificano, rispondono, decidono, eseguono. Sono già oltre mille quelli in funzione o in fase di test all’interno dell’azienda.
Jassy non ha usato giri di parole: «L’IA non è solo uno strumento di supporto. È un fattore di sostituzione. E Amazon ha intenzione di usarlo per fare di più con meno persone». Dalla creazione di contenuti all’ottimizzazione della logistica, dall’assistenza clienti alla scrittura di codice, l’IA sta ridefinendo i confini delle mansioni aziendali. Il cambiamento non riguarda solo Amazon: da Shopify a Klarna, da Microsoft a Meta e Google, tutta l’industria tech sta seguendo lo stesso percorso.
Non tutti i lavori spariranno, ma cambieranno profondamente. Jassy ha invitato i dipendenti ad aggiornarsi, a seguire corsi sull’IA e partecipare a workshop. Perché chi resta indietro rischia l’esclusione. Secondo l’OCSE, il 60% delle mansioni nei Paesi sviluppati è potenzialmente sostituibile. E il Fondo Monetario Internazionale avverte: l’IA potrebbe ampliare le disuguaglianze tra chi ha competenze digitali e chi no.
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