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Alimentazione & Benessere

Sani a tavola, stressati nella mente: l’Italia mangia meglio ma si muove poco e si sente fragile

Frutta e verdura vincono su snack e dolci, ma lo sport resta un miraggio e la salute mentale crolla sotto il peso dello stress

Sani a tavola, stressati nella mente: l’Italia mangia meglio ma si muove poco e si sente fragile

C’è chi rinuncia ai dolci, chi mette nel piatto solo verdure e chi giura fedeltà eterna alla dieta mediterranea. Ma mentre l’alimentazione degli italiani si fa più virtuosa, è la mente a lanciare l’SOS. A ricordarcelo è l’ultimo report dell’Osservatorio UniSalute-Nomisma, che tratteggia un Paese sempre più attento a cosa mangia, ma ancora pigro nei movimenti e alle prese con uno stress cronico che logora il benessere psicologico.

A tavola si cambia: meno snack, più frutta (e pane sempre)

Il 57% degli italiani identifica una dieta sana come la principale forma di cura personale. Un dato significativo, che supera in importanza persino la prevenzione medica o l’attività fisica. Il 63% consuma quotidianamente frutta e verdura, mentre ben due su tre evitano snack salati. I dolci vengono ridotti da quasi la metà del campione (47%), a testimonianza di un cambiamento che va oltre i buoni propositi.

Eppure, pane, pasta e riso restano intoccabili: l’86% degli intervistati non è disposto a rinunciarvi. Una fedeltà culturale che dimostra quanto i capisaldi della tradizione mediterranea restino saldi, anche in un contesto di crescente consapevolezza alimentare.

Sport: il grande assente

E se il piatto si riempie di buone scelte, il corpo rimane troppo spesso fermo. Solo il 37% degli italiani pratica attività fisica regolare, nonostante un leggero miglioramento rispetto al 2023. Il 42% si muove saltuariamente e un preoccupante 21% dichiara di essere completamente sedentario.

La distanza di genere è netta: solo il 32% delle donne fa sport con continuità, contro il 42% degli uomini. La sedentarietà, secondo i dati Istat, è ancora una costante in particolare tra i pensionati e chi ha un basso livello di istruzione.

Tra le altre buone abitudini in crescita ci sono il sonno di qualità (ricercato dal 25% degli italiani) e la rinuncia a comportamenti dannosi come fumo e alcol (40%). Tuttavia, il vero nemico del benessere resta invisibile ma potente: lo stress.

A segnalarlo è il 47% degli intervistati, mentre oltre un italiano su cinque (21%) definisce scarsa o pessima la propria salute mentale. Un dato che fa rumore, soprattutto se incrociato con il recente report del Censis: negli ultimi due anni, circa 10 milioni di italiani hanno vissuto un disagio psicologico, con un boom del 30% nella domanda di supporto psicoterapeutico rispetto all’era pre-Covid.

Siamo davvero in salute?

L’87% degli italiani dice di sentirsi in buona salute fisica, ma solo un terzo (34%) si definisce in condizioni eccellenti. Un ottimismo moderato, che si scontra con un equilibrio fragile tra lavoro, relazioni, corpo e mente.

Mangiamo meglio, sì. Dormiamo di più, forse. Ma ci muoviamo poco e ci sentiamo sotto pressione. È il ritratto di un’Italia che sa cosa fare, ma ancora fatica a farlo davvero. Perché la salute, oggi più che mai, non si pesa solo sulla bilancia, ma si misura nel modo in cui affrontiamo le giornate.

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