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Dal mondo
23 Giugno 2025 - 17:20
In Giappone il fenomeno è diventato evidente e ufficiale: oggi ci sono più animali domestici (15,9 milioni tra gatti e cani) che bambini sotto i 15 anni (circa 14 milioni). È uno specchio delle crisi demografica ed economica del Paese, dove costi elevati, orari di lavoro lunghi e ruoli di genere rigidi dissuadono molte coppie oggigiorno dal diventare genitori.
Il risultato è un boom del mercato pet di lusso, valutato intorno a 1,9 trilioni di yen (circa 12 miliardi di dollari), con servizi che includono cena gourmet, cure mediche in stile spa e persino passeggini con Swarovski. Dal cibo “osechi” per feste tradizionali ai mobili per gatti, il trend è segnato dalla pet humanization: i proprietari trattano i loro animali quasi come figli, con accessori, salute, vestiti, perfino funerali dignitosi.
Per una generazione ormai abituata a non mettere su famiglia, i cani e gatti diventano compagni di vita a tutti gli effetti. Soprattutto per single, coppie senza figli e anziani soli, i pet rappresentano una forma di affetto meno impegnativa di un figlio, ma altrettanto ricca di legami emotivi. Il fenomeno è cominciato con le tematiche note come “nekonomics”, “petconomics” o “pet humanization” e oggi riguarda un mercato da 2,5 trilioni di yen solo per i gatti.
Questo cambio d’indirizzo racconta una società che ridefinisce il concetto di “famiglia”. Ma mette in luce anche svantaggi: anziani isolati, bambini sempre meno numerosi, e famiglie pet-addicted che spendono più per una crema da massaggio per il cane che per l’asilo del figlio. Gli esperti avvertono: senza interventi decisi sulla natalità e politiche familiari, si rischia una spirale demografica dall’esito imprevedibile.
In Giappone, il pet non è più solo un animale da compagnia: è sempre più un membro della famiglia. Ma dietro a questo mercato record e a una “love economy” pelosa, si cela una nazione che invecchia, produce meno figli e rincorre una felicità domestica alternativa. Il futuro demografico resta incerto, perché i "fuffi" non bastano a tenere in vita una società se i bambini non camminano più accanto a loro.
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