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Società cinematografica

Perché i film e le serie TV non trattano (quasi mai) il ciclo mestruale?

Il tabù che si fa meno invisibile con passi (ancora troppo) piccoli

Perché i film e le serie TV non trattano (quasi mai) il ciclo mestruale?

Vi siete mai chieste perché i film e le serie tv di ieri e oggi fanno vedere le loro protagoniste affrontare ogni sorta di problematica e difficoltà, ma mai fanno vedere quelle del ciclo?

Il ciclo mestruale, un’esperienza naturale delle donne, è stato a lungo un tabù nel mondo del cinema e della televisione. Nonostante la sua centralità nella vita quotidiana di tante donne, raramente è stato rappresentato in modo esplicito o approfondito, quasi come se fosse un argomento “invisibile” o imbarazzante. Ma perché questa censura? E cosa sta cambiando oggi?

Per decenni, registi e sceneggiatori hanno evitato di mostrare il ciclo, relegandolo a battute velate o a scene fugaci, per paura di suscitare disagio o di allontanare il pubblico. Questa reticenza ha contribuito a mantenere vivo il tabù, alimentando ignoranza e stereotipi legati a un fenomeno naturale, tenendo fuori anche i sintomi a volte insopportabili come i crampi. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento importante: il ciclo mestruale comincia a essere raccontato con più sincerità e rispetto.

Un esempio di svolta è il cortometraggio animato Red della Pixar, uscito nel 2022. Qui la protagonista Mei si trasforma in un panda rosso gigante, simbolo metaforico dei turbamenti della pubertà, tra cui il primo ciclo mestruale. Il film è stato ampiamente lodato per aver affrontato con delicatezza e realismo un tema solitamente ignorato, regalando a giovani spettatori e famiglie uno spunto di riflessione sincero e rassicurante.

Anche serie come Sex Education e Big Mouth hanno contribuito a sfatare il silenzio, mostrando personaggi adolescenti che discutono apertamente di mestruazioni, dolori e assorbenti, normalizzando così la conversazione e svelando le esperienze spesso taciute delle ragazze. Al cinema, pellicole indipendenti come Obvious Child e Never Rarely Sometimes Always hanno approfondito la complessità della vita femminile, mostrando realtà spesso ignorate dal cinema mainstream.

Questo cambiamento non è solo estetico, ma culturale: parlare del ciclo mestruale significa combattere pregiudizi, migliorare la salute pubblica e promuovere una maggiore consapevolezza del corpo e del benessere femminile non solo tra le donne ma anche tra gli uomini che mai potranno capire la miriade di effetti sulla vita che comporta. È un passo verso una rappresentazione più autentica e inclusiva nelle storie che raccontiamo.

Nonostante ciò, la strada da fare è ancora lunga. Molte produzioni continuano a trattare il tema con superficialità o a evitarlo del tutto, mentre il tabù culturale persiste in molte società. Ma esempi come Red e Sex Education ci ricordano che si può raccontare il ciclo mestruale con naturalezza, senza vergogna né imbarazzo, contribuendo a una cultura più aperta e rispettosa.

Insomma, finalmente il ciclo sta uscendo dall’ombra anche sul grande e piccolo schermo, e questo non può che essere un segnale positivo per tutte noi.

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