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Canada: trovato un pesce invasivo che sopravvive anche fuori dall'acqua

La scoperta del cobite da stagno nel fiume LaHave solleva preoccupazioni per la biodiversità e la salute degli ambienti acquatici canadesi

Canada: trovato un pesce invasivo che sopravvive anche fuori dall'acqua

Un esemplare di cobite

Un pesce invasivo capace di vivere anche al di fuori dell’acqua è stato recentemente avvistato in Canada, suscitando preoccupazione tra gli esperti. Si tratta del Misgurnus anguillicaudatus, noto come cobite da stagno o pesce della pioggia orientale, individuato nel fiume LaHave, in Nova Scotia, durante un controllo da parte del Nova Scotia Invasive Species Council. Si tratta della prima volta che questa specie è osservata nel selvatico nella regione delle Maritimes, nel Canada orientale.

La scoperta di questo pesce rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi acquatici locali. Il cobite da stagno è noto per la sua capacità di ridurre la biodiversità degli insetti acquatici e per la sua competizione con i pesci nativi per le risorse, come il cibo e gli habitat di riproduzione. Inoltre, questa specie è anche portatrice di parassiti e patogeni che potrebbero danneggiare la fauna selvatica e gli esseri umani.

Il cobite da stagno può sopravvivere fuori dall’acqua per brevi periodi grazie alla sua capacità di respirare aria e tollerare ambienti con bassa ossigenazione. Inoltre, essendo asessuale, il pesce può riprodursi autonomamente, permettendo alla specie di proliferare rapidamente. Comune negli acquari, il cobite potrebbe essere stato rilasciato nell’ecosistema, nonostante ciò sia illegale in Canada.

La segnalazione di questo pesce invasivo è stata resa possibile grazie alla piattaforma iNaturalist, utilizzata da un cittadino per documentare l’avvistamento. Questo tipo di monitoraggio partecipativo sta diventando sempre più essenziale per individuare la diffusione delle specie invasive e sensibilizzare la comunità.

Lo studio sulle specie invasive indica che il loro impatto economico globale ammonta a circa 35 miliardi di dollari all’anno, una cifra simile ai danni causati dal cambiamento climatico. Le piante invasive, come l’arbusto delle farfalle e l’ipomea acquatica, sono responsabili della maggior parte di questi danni. Le invasioni biologiche sono anche responsabili di circa il 60% delle estinzioni globali registrate. 

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