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Elettronica di potenza, un asset strategico per l'Unione Europea: pronti investimenti fino a 465 miliardi entro il 2030

Il mercato europeo è il secondo mercato mondiale, dopo la Cina, con un valore di 19,6 miliardi di dollari (178,03 miliardi di euro)

Elettronica di potenza, un asset strategico per l'Unione Europea

Immagine di repertorio

Secondo uno studio condotto da Teha Group su "Le tecnologie net-zero per la competitività e la sicurezza dell'Europa", il mercato europeo dell'elettronica di potenza rappresenta il secondo mercato mondiale per le esportazioni, dopo la Cina, con un valore di 19,6 miliardi di dollari (equivalenti a 178,03 miliardi di euro). L'Unione Europea si prepara a investire fino a 465 miliardi di euro nel settore dell'elettronica di potenza entro il 2030, con un potenziale per generare un valore aggiunto di circa 705 miliardi di euro, secondo le stime dello studio.

L’elettronica di potenza è vista come un elemento chiave per gestire e ottimizzare i flussi di energia elettrica attraverso un’infrastruttura intelligente, un ruolo cruciale che si sta rafforzando in un contesto di crescente instabilità geopolitica e crisi energetiche. Le recenti tensioni internazionali, come la guerra in Ucraina e gli attacchi contro le infrastrutture energetiche iraniane, evidenziano la stretta connessione tra la geopolitica e la sicurezza energetica, mettendo in luce la vulnerabilità dell'Europa e la crescente dipendenza da fonti esterne per la propria stabilità energetica. In questo contesto, eventi imprevisti come il recente blackout in Spagna, causato da una sovratensione, hanno ulteriormente sottolineato la necessità di sviluppare sistemi energetici capaci di rispondere rapidamente a situazioni di emergenza.

Lo studio di Teha Group sottolinea che sebbene l'Europa sia un attore centrale nell'esportazione di elettronica di potenza, le importazioni di tecnologie (+162%) crescono a un ritmo più rapido rispetto alle esportazioni (+103%), accentuando una “dipendenza energetica e tecnologica” che potrebbe trasformarsi in una dipendenza anche in termini di sicurezza. Le infrastrutture energetiche sono considerate fondamentali per garantire la sicurezza europea, soprattutto in un periodo segnato da forti tensioni geopolitiche. In tale scenario, per ridurre questa vulnerabilità, è necessario “invertire il trend commerciale” e promuovere il rafforzamento del mercato interno.

Per raggiungere questi obiettivi, gli esperti di Ambrosetti suggeriscono di aggiornare le normative e le politiche energetiche europee, riconoscendo un ruolo centrale dell'elettronica di potenza nelle strategie energetiche e di sicurezza. Solo in questo modo si potrebbe favorire una transizione energetica sostenibile e competitiva, con la possibilità di generare fino a 705 miliardi di euro di valore aggiunto tra il 2026 e il 2030.

Secondo Alessandro Viviani, associate partner e responsabile del GreenTech Hub di Teha Group, "Solo con una governance unitaria e una visione condivisa l'Europa potrà riaffermare la propria leadership globale, mettendo la tecnologia al servizio del progresso, della sostenibilità e della sicurezza dei cittadini". Questa visione implica un impegno a livello europeo per rendere l'Europa protagonista non solo nel campo delle tecnologie net-zero, ma anche nel garantire la propria sicurezza energetica e competitività globale.

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