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L'amicizia tra Pedro Pascal e Robert Downey Jr. era qualcosa che sapevamo di aver bisogno

Un'amicizia autentica che riscrive le regole della mascolinità hollywoodiana sul set di 'Avengers: Doomsday'

L'amicizia tra Pedro Pascal e Robert Downey Jr. era qualcosa che sapevamo di aver bisogno

Ci sono amicizie che nascono sotto i riflettori, ma crescono lontano dalle telecamere. È quello che sta accadendo tra Pedro Pascal e Robert Downey Jr., protagonisti del prossimo Avengers: Doomsday, in uscita a dicembre 2026. Ma la loro è una storia che comincia lontano dai green screen e dai costumi di scena, e affonda le radici nella stima reciproca, nella fragilità condivisa e in una parola ormai rara: fiducia.

Le riprese del film sono in corso a Pinewood Studios, nel Regno Unito, e il cast si sta lentamente stringendo attorno a una nuova alchimia. Downey, che per anni ha incarnato Iron Man, è pronto a voltare pagina e maschera: sarà Doctor Doom, antagonista per eccellenza, in una svolta narrativa che ha sorpreso i fan della Marvel. Pascal, invece, debutta nell’universo Marvel interpretando Reed Richards, leader dei Fantastici Quattro, ruolo che aveva già attirato critiche e dubbi prima ancora di iniziare.

Ma ciò che ha attirato l’attenzione del profilo esclusivo pubblicato da Vanity Fair non è solo il film, bensì ciò che succede dietro le quinte. Come i famosi “giorni dei compiti a casa” che Downey organizza nella sua abitazione per aiutare il cast a immergersi nelle scene. Nessuno sa cosa succeda esattamente in quelle giornate – Pascal, con il suo consueto riserbo, ha risposto soltanto con un: “Domanda interessante” – ma è evidente che lo scambio umano supera la semplice collaborazione artistica.

Downey ha parlato con affetto di Pascal, definendolo «un esempio che mi fa credere ancora nell’industria del cinema», lodando la sua lenta ma inarrestabile ascesa, segnata da ruoli sempre più centrali e da una popolarità esplosa anche sui social.

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Pascal ha ricambiato con parole che rivelano la sua vulnerabilità: «Con Robert ti senti subito accolto. Ti dà il permesso di essere te stesso, anche nei tuoi momenti più insicuri.»

E le insicurezze, Pascal, le ha conosciute bene. Fin dal momento del suo casting come Reed Richards, le critiche online non hanno tardato ad arrivare: “Troppo vecchio”, “Non è adatto”, “Si deve radere”. Ma anziché indietreggiare, ha cercato spalle forti a cui appoggiarsi. Una di quelle era proprio Downey, la cui reputazione di mentore la conoscono tutti in casa Marvel, da Chris Evans a Tom Holland. 

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Vanessa Kirby, che lo affianca in Fantastic Four, ha descritto Pascal come «un uomo senza armature», che si presenta al pubblico senza filtri, e per questo è facile credergli, affezionarsi, fidarsi.

Anche Bella Ramsey, con cui ha condiviso il successo di The Last of Us, ha partecipato all’intervista, soffermandosi su un aspetto curioso: il soprannome con cui il web ha ribattezzato Pascal – “internet’s daddy”. «Mi fa un po’ paura. Vorrei proteggerlo da quella battuta. Pedro è molto di più di una trovata virale», ha detto.

Lui, in passato, l’aveva presa con ironia: «Daddy è uno stato mentale. Sono il tuo daddy». Ma sotto la battuta, forse, c’è l’eco di una responsabilità non richiesta.

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Sul set di uno dei film più attesi del decennio, tra supereroi in CGI e villain in armatura, Pedro Pascal e Robert Downey Jr. riscrivono le regole della mascolinità hollywoodiana. Non più solo uomini d’acciaio, ma persone reali, che si mostrano fragili, empatiche, disposte a sorreggersi a vicenda. In un mondo narrativo dove tutto è spettacolo, la loro amicizia è la parte più autentica dello show, qualcosa che sapevamo d'aver bisogno.

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