Chi dice che l’amore è eterno finché dura forse non ha mai dovuto scrivere un messaggio per chiudere una relazione alle 23:47, con il cuore a pezzi e la tastiera tremante. Ma è così: finisce, e quasi mai lo fa in modo indolore. A cambiare – lo conferma anche uno studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences – non è tanto il dolore, ma il modo in cui ci si lascia.
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Il ricercatore Menelaos Apostolou, professore di psicologia evolutiva all’Università di Nicosia, ha analizzato 45 diversi metodi di rottura, racchiudendoli in 9 approcci principali. Ma poi, stringi stringi, tutto si riduce a tre grandi strategie. Tre macrocategorie, tre strade – tutte imperfette – per dirsi addio.
1. Attenuare il colpo
L’approccio più diffuso. L’86% delle persone cerca di spiegare, motivare, giustificare. Si tenta la via soft: “Non sei tu, sono io”, “Abbiamo bisogno di crescere separati”, “Ti meriti di più”. Lo scopo? Far meno male possibile, anche se a volte suona come un placebo emotivo. Si parla, si piange, magari si finisce anche a letto un’ultima volta per “chiudere il cerchio”. Ma il cuore, spesso, si spezza lo stesso.
2. Prendersi una pausa
Lo fa il 24% degli intervistati: chi non riesce (o non vuole) dire addio definitivo. È il limbo relazionale. Non sei più coppia, ma non sei neanche libero. Si rimane sospesi, in attesa che uno dei due trovi il coraggio di dire l’inevitabile. Funziona? Raramente. Serve? Spesso è solo un modo elegante per guadagnare tempo.
3. Evitare il confronto
Il più codardo e il meno usato (16%). Si sparisce. Si smette di rispondere. Si lascia un vuoto e si spera che l’altro lo interpreti. È il regno del ghosting, delle sparizioni improvvise, delle scuse via messaggio. Qui non c’è pietà, né confronto. Solo silenzio, e una dose massiccia di vigliaccheria mascherata da “non volevo ferirti”.
Lasciarsi non è solo una questione di stile, ma di personalità
Lo studio rivela anche una correlazione tra modalità di rottura e tratti psicologici: le persone più empatiche e gentili tendono a evitare l’approccio freddo e distante. Chi ha tratti manipolatori o tratti di psicopatia invece tende a sparire, oppure a incolpare l’altro. Ma in generale, i tratti di personalità non spiegano tutto: anche le persone più razionali a volte chiudono male, perché l’amore – e il suo contrario – non seguono mai regole rigide.
Lasciarsi è un po’ come sganciare una mina emotiva con le mani tremanti: si prova a farlo nel modo meno esplosivo possibile. Ma alla fine, che sia con le parole giuste o con un silenzio assordante, qualcuno si farà comunque male.
E il bello (o il brutto) è che ci si rialza sempre. Anche dopo il peggior addio.