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Ambiente

Pesce scorpione avvistato nel Salento: cresce la presenza di specie aliene nei mari italiani

Nel Mediterraneo aumentano gli avvistamenti di pesci esotici. Ispra e Cnr rafforzano il monitoraggio con la campagna “Attenti a quei 4!”

Pesce scorpione avvistato nel Salento

Un nuovo esemplare di pesce scorpione (Pterois miles) è stato segnalato nelle acque salentine

Un nuovo esemplare di pesce scorpione (Pterois miles) è stato segnalato nelle acque salentine, al largo di Torre Pali, frazione di Salve (Lecce). L’animale, originario dell’Oceano Indiano, è riconoscibile per il corpo striato, le grandi pinne piumate e i raggi dorsali velenosi. Sebbene la sua puntura non sia letale, può causare dolore intenso anche post mortem. Come indicato dal Comune di Salve, è opportuno non toccare l’esemplare in nessuna circostanza.

La sua comparsa si inserisce in un fenomeno ormai strutturale: l’arrivo nei mari italiani di specie aliene, ovvero organismi non autoctoni che penetrano nel Mediterraneo tramite corridoi naturali (come lo Stretto di Gibilterra) o artificiali (come il Canale di Suez). Tra le cause principali figurano i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature marine, che favoriscono la colonizzazione di specie tropicali.

Per informare cittadini e operatori del settore marittimo, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e il Cnr-Irbim hanno rilanciato la campagna “Attenti a quei 4!”. Il progetto prevede un sistema di monitoraggio e segnalazione attivo tramite il sito dedicato (https://shorturl.at/JM87A), WhatsApp (+39 320 4365210) e i gruppi Facebook “Oddfish” e “Fauna Marina Mediterranea” con l’hashtag #Attenti4. È stato anche pubblicato un opuscolo illustrativo sulle principali specie invasive nel bacino del Mediterraneo.

Oltre al pesce scorpione, che secondo una recente mappatura ha superato le 1.800 segnalazioni nel Mediterraneo (con particolare concentrazione nel Mar Ionio), sono sotto osservazione altre specie:

  • Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus): identificato per la prima volta in Italia nel 2013, è altamente tossico a causa della tetrodotossina contenuta nei suoi tessuti, non neutralizzabile tramite cottura. Dotato di una dentatura robusta, può anche infliggere morsi pericolosi.

  • Pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e pesce coniglio striato (Siganus rivulatus): entrati nel Mediterraneo tramite il Canale di Suez, sono stati osservati per la prima volta rispettivamente nel 2003 e nel 2015. Entrambi sono erbivori e potenzialmente invasivi, commestibili ma dotati di spine urticanti.

  • Medusa capovolta (Cassiopea andromeda), lepre di mare dagli anelli (Aplysia dactylomela) e granchio crocifisso (Eriphia verrucosa): completano l’elenco delle specie esotiche rilevate, alcune delle quali stanno alterando l’equilibrio ecologico locale.

Studi recenti, come quello pubblicato su Mediterranean Marine Science, confermano che le aree più esposte al rischio d’invasione sono il Mar Ionio e le zone meridionali dell’Adriatico. Gli esperti del Cnr sottolineano l’urgenza di strategie di contenimento e monitoraggio continuo, alla luce della progressiva tropicalizzazione del Mediterraneo.

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