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Il progetto
01 Luglio 2025 - 14:05
Una rivoluzione silenziosa è già cominciata nei laboratori di Microsoft. La divisione dedicata all’intelligenza artificiale ha annunciato lo sviluppo di MAI-DxO (AI Diagnostic Orchestrator), una piattaforma avanzata progettata per affrontare i disturbi più ostici del mondo della medicina. Secondo quanto pubblicato sul blog ufficiale del colosso tech, il sistema è già in grado di battere i medici umani in efficienza diagnostica, raggiungendo risultati che stanno facendo discutere l’intera comunità scientifica.
Microsoft ha testato la sua creatura con i casi clinici più intricati, selezionati direttamente dal New England Journal of Medicine, la bibbia internazionale della medicina. Lo scenario? Una vera e propria competizione tra intelligenze artificiali e 21 medici in carne e ossa, con almeno cinque anni di esperienza alle spalle. E il verdetto è netto: MAI-DxO, abbinata al modello OpenAI o3, ha identificato correttamente l’85,5% delle diagnosi, contro appena il 20% del gruppo umano.
A rendere straordinaria questa IA non è solo la sua precisione, ma il suo meccanismo di funzionamento ispirato al lavoro d’equipe. MAI-DxO non si comporta come un singolo modello, bensì come un orchestratore di menti artificiali, capace di coordinare più sistemi di IA, integrare banche dati e simulare l’interazione di diversi specialisti. “Gli orchestratori – spiega Microsoft – migliorano sicurezza, adattabilità e trasparenza rispetto ai LLM tradizionali”. È una nuova generazione di intelligenze, più vicina al modo di ragionare umano.
Il confronto è acceso. Microsoft sottolinea che i medici umani hanno affrontato il test senza alcun supporto esterno, neppure manuali o colleghi, un limite che ha inciso sulla performance. Tuttavia, il messaggio è chiaro: l’IA non punta a sostituire i medici, ma a diventare un alleato prezioso, soprattutto nei casi più complessi o nelle attività di routine che sottraggono tempo al rapporto con i pazienti.
Il caso MAI-DxO riaccende il dibattito sull’intelligenza artificiale in medicina, tra entusiasmo e timori. Il taglio dei costi, la velocità nell’analisi dei dati e l’infallibilità nei casi ripetitivi sono i vantaggi più evidenti.
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