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La soluzione alla dipendenza dal telefono è qui: si chiama Methaphone

Un placebo digitale che mette in discussione la dipendenza da smartphone attraverso un semplice blocco di acrilico

La soluzione alla dipendenza dal telefono è qui: si chiama Methaphone

Da quando il mondo intero ha avuto l'opportunità di accedere alla mondo della digitalizzazione attraverso lo smartphone, un grande problema è nato: la dipendenza dal telefono. Una condizione che ha colpito soprattutto i giovani di oggi, che cascasse il mondo non lascerebbero il telefono dalle loro mani. 

Per fortuna, Eric Antonow, ex dirigente di Google e Facebook, ha trovato una possibile soluzione.

Un “telefono” che non è un telefono

Nel panorama delle soluzioni low-tech contro la dipendenza da smartphone, emerge il concetto del Methaphone, sviluppato da Antonow. Si tratta di un blocco di acrilico trasparente delle stesse dimensioni di un iPhone, privo di schermo, batteria o funzionalità digitali, venduto per circa 25 dollari tramite una campagna Indiegogo.

L’idea è nata quasi per scherzo: dovendo "trovare l’equivalente del metadone per ossessione da iPhone", Antonow ha chiesto a ChatGPT di disegnare un gadget a forma di telefono, ma completamente vuoto — un “telefono che non è un telefono”. In pochi giorni è stato realizzato un prototipo e lanciata la produzione.

Antonow immaginava il Methaphone come componente di esperimenti sociali: può essere messo a disposizione in ristoranti, bar, scuole o atelier per favorire momenti senza distrazioni. L’intenzione è trasformarlo da novità individuale a strumento culturale di controtendenza.

Design e funzione

Il Methaphone è realizzato in acrilico trasparente, spesso circa un quarto di pollice, con bordi verdi che ne simulano una cornice. È robusto, leggero e si comporta come un fidget toy analogico, replicando la sensazione tattile ma senza stimoli digitali.

È venduto anche con sticker “analog-app” (Read, Walk, See Friends, Daydream) per ricordare all’utente attività reali più preziose dello scroll continuo.

Un successo virale tra elogi e critiche

A maggio, Catherine Goetze, influencer su TikTok, ha pubblicato un video in cui “scorreva” un Methaphone mentre era in fila per un bubble tea. Il post ha collezionato oltre 53 milioni di visualizzazioni e il dispositivo è andato esaurito in poche ore. È diventato un simbolo di "detox digitale", un gesto silenzioso ma potente in una società sommersa dalle notifiche.

Alcuni esperti però restano cauti: la sola presenza di un oggetto fidget non basta a ridurre concretamente il tempo sullo schermo. Secondo alcuni test, su una settimana non è stata riscontrata una diminuzione effettiva dello screen time.

Su Reddit, lo scambio tra utenti evidenzia il riconoscimento del problema della dipendenza da telefono:

  • "Ho smesso con i sedativi su prescrizione… ma l’uso del mio cellulare è aumentato di dieci volte… Vorrei riuscire a concentrarmi su altre cose… ma sono sempre distratto."
  • "Oggi il mondo si muove troppo velocemente… sembra semplicemente impossibile!"

La riflessione: il Methaphone non risolve il problema, ma rappresenta un modo simbolico per ritrovare consapevolezza.

Una terapia comportamentale

Per l’esperta di dipendenze Anna Lembke (Stanford), il Methaphone funziona come una vape senza nicotina: conserva il gesto abituale, ma elimina il “colpo di dopamina generato dallo schermo. Così aiuta a spezzare il circolo vizioso della compulsione digitale.

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