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07 Luglio 2025 - 12:05
Il fenomeno del turismo di massa, o “turistificazione”, è sempre più centrale nel dibattito pubblico. Sebbene globale, è in Europa che le sue conseguenze si fanno sentire in modo più diretto. E tra i simboli più evidenti di questo cambiamento c’è lo street food, diventato protagonista indiscusso dell’esperienza turistica contemporanea.
Oggi, i viaggiatori — spesso giovani, connessi e alla ricerca di autenticità (almeno nelle intenzioni) — fanno a gara per condividere su Instagram e TikTok le file davanti ai banchi più popolari: dal tamago sando in Giappone alla bifana lisbonese, dalla cheesecake basca fino al miglior fish & chips del Regno Unito.
L’Italia, con la sua ricchezza gastronomica regionale, è una delle mete preferite da questi “nomadi digitali”. E non è un caso che città come Firenze abbiano visto cambiare radicalmente i propri centri storici a causa del boom della “schiacciata gourmet”. Napoli, invece, è diventata il terreno di scontro tra residenti e la crescita incontrollata della ristorazione veloce.
Secondo i dati, tra il 2012 e il 2023 le attività di take away nelle città italiane sono aumentate del 19%. Nei centri storici questo balzo arriva al 24%, segno di un cambiamento profondo nei consumi urbani.
La questione dei prezzi è diventata centrale anche per lo street food. Il Rapporto FIPE 2024 sulla ristorazione evidenzia come il settore veloce abbia subito rincari più marcati rispetto a quello tradizionale: +9,7% per il food delivery e +5,9% per i fast food, contro il +5,3% medio dei ristoranti classici.
Il costo medio di un panino varia notevolmente: da 1,90 € a Terni fino a oltre 5 € a Milano. A trainare questa domanda sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, che rappresentano i principali frequentatori di fast food, take away, sagre ed eventi street food. Sono anche i principali utilizzatori dei servizi di consegna a domicilio.
Le abitudini di consumo rivelano un settore in continua evoluzione. Il cibo veloce rappresenta oggi circa l’8% delle visite totali nei locali, mentre il delivery copre il 3% del mercato, generando un giro d’affari di circa 1,6 miliardi di euro.
Il trend è particolarmente marcato nelle grandi città e tra i più giovani. I locali take away registrano circa 253 milioni di visite all’anno, mentre eventi e fiere — tornati in pieno regime post-pandemia — hanno visto una crescita del 26% solo nel 2023.
In parallelo, anche il mercato dei food truck è in forte espansione: secondo lo studio Businesscoot (2025), in Italia si registra una crescita media annua del 7,4%. La formula vincente? Offrire piatti di qualità in un contesto informale, adattandosi a eventi, festival e catering itinerante.
La crescita dello street food ci dice molto su come sta cambiando il nostro modo di vivere le città e il tempo libero. Se da un lato risponde alla domanda di esperienze culinarie immediate, dall’altro pone sfide importanti: sostenibilità, qualità e accessibilità economica.
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