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Rischio alimentare
07 Luglio 2025 - 17:15
La vaniglia, ingrediente amato e diffuso in gelati, creme, yogurt e bevande, potrebbe affrontare un destino simile ad altri cibi e ingredienti già colpiti dalla crisi climatica, come il cacao e il caffè. I cambiamenti climatici, infatti, potrebbero rendere sempre più difficile la produzione dei preziosi baccelli di vaniglia, minandone la produttività sotto diversi aspetti.
A porre l'attenzione su questa problematica è un recente studio pubblicato su Frontiers in Plant Science. La ricerca, pur non analizzando direttamente le minacce attuali alle cultivar di vaniglia più diffuse commercialmente (soprattutto Vanilla planifolia), lancia un allarme su ciò che potrebbe accadere alle loro controparti selvatiche. Lo studio invita a prendere misure preventive contro minacce future, che appaiono sempre meno remote se si considera l'impatto del clima su altre coltivazioni.
La ragione di questa attenzione alle varietà selvatiche è chiara: esse rappresentano una fonte fondamentale di diversità genetica. Questa diversità è essenziale per il miglioramento genetico delle piante coltivate, permettendo loro di adattarsi a un ambiente in evoluzione, ad esempio sviluppando una maggiore tolleranza alla siccità. Come spiega Bart Muys della KU Leuven, a capo dello studio: "Preservare le popolazioni naturali delle specie selvatiche di vaniglia e l'enorme diversità genetica che contengono è fondamentale per garantire un futuro alla vaniglia, una coltura tropicale fondamentale per l'industria alimentare mondiale".
Il futuro della vaniglia è incerto. Diversi ricercatori e le dirette esperienze dei coltivatori indicano che i cambiamenti climatici potrebbero compromettere la produttività della vaniglia, analogamente a quanto accade per altre colture commerciali. In Madagascar, ad esempio, dove si concentra gran parte della produzione mondiale di vaniglia, gli agricoltori locali segnalano già una diminuzione delle piogge e un aumento delle temperature negli ultimi anni, fattori considerati una minaccia per la coltivazione. Ma cosa succederà alle varietà selvatiche? Quanto si potrà contare su questa riserva genetica con il clima che cambia?
Per rispondere a queste domande, Muys e il suo team hanno condotto un'analisi per prevedere il destino delle piante di vaniglia e di alcuni dei loro impollinatori. Si sono concentrati su alcune specie di vaniglia dell'America tropicale, una delle principali aree di distribuzione della pianta, insieme all'Africa centro-meridionale e al Sud-est asiatico. L'analisi ha coinvolto 11 specie di vaniglia e sette impollinatori. Va notato che non tutte le specie di vaniglia dipendono dagli animali (principalmente insetti) per l'impollinazione; alcune orchidee si autoimpollinano. Questa caratteristica permette l'impollinazione artificiale – a mano, fiore per fiore – nelle specie di interesse commerciale.
Le previsioni dei ricercatori sugli impollinatori e sulle orchidee in futuro hanno rivelato un potenziale "mismatch": piante e animali potrebbero divergere geograficamente, non incrociandosi più. Ciò implicherebbe la perdita di potenziali "salvagenti genetici" per le varietà coltivate. Nello specifico, gli scenari climatici futuri indicano per alcune specie di vaniglia un'espansione dell'areale di diffusione, mentre per altre una riduzione. Gli areali degli impollinatori, invece, tenderebbero prevalentemente a restringersi. Il rischio maggiore è una diminuzione delle zone di sovrapposizione tra orchidee e impollinatori, specialmente per quelle specie che dipendono da un unico impollinatore.
È importante sottolineare che queste previsioni, come indicato dagli stessi autori, presentano un certo grado di incertezza. Le specie e gli impollinatori analizzati sono un campione limitato, e non sono stati inclusi altri fattori che possono influenzare la crescita delle orchidee, come la simbiosi con microrganismi. Nonostante queste limitazioni e la scarsità di studi nel campo, i risultati devono essere considerati come un segnale importante e da non trascurare nelle attività di conservazione delle specie di vaniglia e dei loro impollinatori.
Lo studio suggerisce dove indirizzare queste attività, sia con azioni di protezione locali che ex situ, ovvero con la conservazione mirata in luoghi diversi, come i giardini botanici, per garantire la possibilità di impollinazione. L'obiettivo è assicurare che, come per il caffè, si possa guardare ad altre varietà in caso di minacce climatiche.
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