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Musica
07 Luglio 2025 - 12:35
«Ho lavorato sodo in una band tutta bianca, eppure ridevano dell’asiatico» Con questa frase cruda e potente, Zayn Malik decide di rompere il silenzio. Sabato 5 luglio, l’ex membro dei One Direction ha pubblicato su Instagram un frammento del suo nuovo brano rap, “Fuchsia Sea”, dove racconta dettagliatamente il razzismo vissuto durante gli anni trascorsi nel gruppo, tra il 2010 e il 2015.
Nel testo della canzone, Malik recita: «Mi ritrovavo spalle al muro così tanto che pensavano che mi piacciono i mattoni… Sei tu che ricordi ogni conversazione? Perché io sono stato consapevole di ogni sfumatura».
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Zayn, nato da padre pakistano e madre anglo-irlandese, è stato l’unico membro di origini asiatiche tra Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan e il compianto Liam Payne. Con i suoi versi, non fa nomi, ma racconta esperienze personali di razzismo latente: “Ridevano dell’asiatico” diventa un simbolo eloquente di marginalizzazione e identità negata.
Il rilancio musicale di Zayn Malik subisce una svolta con “Fuchsia Sea”. Non è solo un singolo, ma una dichiarazione: un ritorno all’espressione personale e alla verità artistica dopo anni lontano dai riflettori. Recentemente aveva emozionato il pubblico in Messico, reinterpretando “Night Changes”, a dieci anni dal suo abbandono del gruppo.
Le reazioni sono arrivate subito: su X e Instagram, fan e ascoltatori hanno accolto l’iniziativa con calore. “Finalmente qualcuno dice quello che molti pensano”, scrive un utente; “Zayn ci rappresenta”, è un altro commento. Molte voci sottolineano come questa confessione musicale affronti un nodo non banale: la diversità nel pop mainstream.
“Fuchsia Sea” segna un nuovo capitolo nella carriera di Malik. È un lavoro che affronta temi scomodi con onestà e precisione: identità, discriminazione, crescita personale. Con questo brano, Zayn non chiede perdono, ma chiede rispetto e riconoscimento.
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