l'editoriale
Cerca
scienza
08 Luglio 2025 - 10:30
Immagine di repertorio
Da bambini, un pomeriggio può durare un’eternità. Da adulti, invece, settimane intere sembrano passare in un lampo. La spiegazione non è solo psicologica: è neurologica. Il nostro cervello misura il tempo in base alle esperienze nuove. Più ne viviamo, più il tempo sembra dilatarsi.
Durante l’infanzia, ogni giorno è pieno di prime volte: una gita, un gioco, una parola nuova. Il cervello registra tutto con attenzione, creando una fitta rete di ricordi che “allunga” la percezione del tempo. In età adulta, invece, le giornate diventano prevedibili. Con meno stimoli inediti, la mente ha meno da registrare, e il tempo sembra scorrere più veloce.
Anche i nostri sensi contribuiscono. Con l’età, il cervello elabora meno immagini e suoni al secondo, e ciò riduce il numero di “fermo immagine” che compongono il nostro ricordo del presente. Dormire poco o passare ore sui social peggiora la situazione: la memoria si impoverisce e il tempo sembra evaporare.
La soluzione? Dormire a sufficienza, restare curiosi e cercare attività nuove. Anche solo cambiare percorso per andare al lavoro o prestare attenzione a dettagli mai notati può “ispessire” la memoria quotidiana, facendo sembrare le giornate più piene e il tempo più lento.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..