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CONFESSIONI

Vittoria Puccini a cuore aperto
«Da Preziosi a Lucci, la verità»

Vittoria Puccini: tra l'amore ritrovato e il legame indissolubile con la figlia Elena

Vittoria Puccini a cuore aperto«Da Preziosi a Lucci, la verità»

Vittoria Puccini

Pronta per sposarsi, come non aveva mai fatto all’epoca con Alessandro Preziosi. Ma non ancora completamente pronta per staccare il cordone ombelicale che simbolicamente la lega a sua figlia Elena che è la sua vera ragione di vita. Vittoria Puccini si racconta al settimanale “F” e svela di non aver cambiato idea sul matrimonio con Fabrizio Lucci, famoso direttore della fotografia al suo fianco da 12 anni. «Il suo periodo di prova è finito. Dorme sonni sereni, secondo me. È una cosa che abbiamo deciso di fare, ma non abbiamo fissato né organizzato nulla. Magari decidiamo all’ultimo minuto per una cerimonia intima e privata, magari facciamo una festa con gli invitati: come sempre, per me, quello che arriverà arriverà».

Con lui ha riscoperto la voglia di amare e di aprirsi: «Per Alessandro ho sofferto, ma il fatto di avere Elena, che veniva prima dei nostri problemi, ci ha protetto, ci ha impedito di farci del male. Però quando ero più giovane mi è successo. Convivevo con una persona, ci siamo lasciati e ho portato via tutto quello che c’era in casa, in modo compulsivo, senza senso. In quel momento era come se non ragionassi. Ma mi sono subito pentita e oggi mi dico: perché l’ho fatto?».

Quello che non ha fatto è un secondo figlio, anche se ammette di averci ragionato: «Il pensiero l’ho accarezzato, ma mi sembrava troppo dopo i cambiamenti che ho dovuto attraversare. Poi il tempo è passato, potrebbe essere un rimpianto. Se tornassi indietro, lancerei il cuore oltre l’ostacolo e asseconderei il desiderio che abbiamo avuto». C’è sempre stata Elena e tanto le basta, perché vivono in simbiosi: «Quando hai condiviso la vita con una persona che poi prende la sua strada, anche la semplice assenza fisica è un cambiamento non facile da vivere. Anni fa, mi chiedevano che cosa desiderassi per Elena, rispondevo: che sia migliore di me. Oggi so che non era la risposta giusta, perché crea un’aspettativa, una pressione: perché dovrebbe sentirsi tenuta a essere migliore di me? Oggi risponderei: che possa scegliere chi vuole essere».

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