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Estate e meduse: attenzione a queste tre specie

Caravella portoghese, Pelagia, Carybdea: scopri le meduse più pericolose dei nostri mari e come intervenire in caso di contatto.

Estate e meduse: attenzione a queste tre specie

Negli ultimi anni, le meduse nei mari italiani sono diventate sempre più numerose. Il cambiamento climatico, insieme a fattori come l’inquinamento e la pesca intensiva, ha contribuito all’aumento di questi affascinanti ma a volte pericolosi organismi marini. Ma quali sono le meduse più pericolose nei mari italiani? 

Perché le meduse stanno aumentando?

Negli ultimi anni, il numero di meduse nei nostri mari è aumentato in modo evidente, e le cause sono diverse. Una delle principali è il riscaldamento globale, che sta rendendo le acque marine sempre più calde e accoglienti per specie tropicali, un tempo rare nel Mediterraneo. A questo si aggiunge l’impatto della pesca intensiva, che ha drasticamente ridotto la presenza di predatori naturali delle meduse, come tonni e tartarughe, ma anche di altri organismi marini che competono con loro per il cibo. Infine, l’alterazione degli ecosistemi marini, dovuta anche all’inquinamento e alla presenza di specie aliene, crea condizioni favorevoli alla proliferazione incontrollata di meduse.

Le meduse più pericolose del Mediterraneo

Caravella portoghese (Physalia physalis)

Spesso scambiata per una medusa, in realtà è un sifonoforo, una colonia di organismi che si muovono insieme sotto un “ombrello” a forma di vela. È rara nel Mediterraneo, ma estremamente urticante. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) consiglia, se si dovesse avvistare questa medusa, di uscire immediatamente dall’acqua: il contatto con i suoi tentacoli, infatti, può causare dolore intenso, piaghe e, in rari casi, reazioni potenzialmente letali.

Pelagia noctiluca

È la medusa più comune e conosciuta dai bagnanti: presente sia in acque costiere che aperte, provoca infatti ogni anno migliaia di punture. Ha un caratteristico colore violaceo e la capacità di emettere luminescenza. Gli effetti del suo tocco sono principalmente cutanei: eritema, gonfiore, vescicole e dolore locale che può durare fino a due settimane. Alcuni soggetti, inoltre, possono sviluppare reazioni allergiche gravi, con broncospasmo e prurito intenso.

Carybdea marsupialis

È l’unica cubomedusa presente nel Mediterraneo. Ha una forma a scatola e, sebbene meno pericolosa delle cubomeduse tropicali, può causare punture dolorose e fastidiose lesioni cutanee, soprattutto durante l’estate, quando aumenta la sua presenza lungo le coste.

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