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Evangelizzazione

Preti su TikTok tra muscoli e likes: il nuovo volto della fede cattolica

Tra selfie, squat e omelie virali, la Chiesa tenta il grande ritorno (digitale) tra i giovani

Preti su TikTok tra muscoli e likes: il nuovo volto della fede cattolica

Se TikTok fosse esistito in Galilea, ai tempi di Gesù, probabilmente oggi i Vangeli conterebbero milioni di views. Ed è proprio con questa consapevolezza che una nuova generazione di sacerdoti digitali sta riscrivendo le regole della comunicazione ecclesiastica. Via la talare polverosa, dentro canotte attillate, video motivazionali, versi sacri tra un bilanciere e una camminata al tramonto. Il risultato? Migliaia di follower, milioni di visualizzazioni e un nuovo modo di fare catechesi. E mentre alcuni sorridono, altri si interrogano: è tutto oro quello che luccica dietro al colletto bianco?

I "Gym Don" conquistano TikTok

Da don Cosimo Schena, poeta e influencer spirituale, a padre Jefferson Merighetti, alias “o prete gato”, passando per don Giuseppe Fusari, il “prete culturista” di Brescia: l’estetica è parte integrante della missione. Non c’è blasfemia (o almeno non dichiarata), ma la volontà esplicita di avvicinare i giovani parlando la loro lingua: quella dei reel, dei filtri e della viralità.

Le loro omelie si alternano tra citazioni evangeliche e pose da modello. Il corpo – come ricorda anche San Paolo – è tempio dello Spirito. E allora perché non curarlo come si cura l’anima?

Il risultato è una catechesi dal volto patinato, dove l’evangelizzazione passa per lo scroll, e la speranza per un algoritmo. Don Michele Schiavone, pugliese, ne è convinto: “La Parola può passare anche dal tappetino da yoga”. In fondo, la fede non ha bisogno solo di luoghi, ma di contesti.

Oltre l'estetica: i preti “pop” e l’influencer-missione

Non tutti puntano su muscoli e barba curata. C’è anche chi preferisce la comicità o la creatività per annunciare il Vangelo. È il caso di Frate Mago, che trasforma i giochi di prestigio in parabole evangeliche, o di don Roberto Fiscer, vero esperto di “trend sonori” e spiritualità remixata.

Ma la star trash è senza dubbio don Bruno, ambasciatore (non ufficiale) dei Ricchi e Poveri e innamorato pazzo della canzone “Mamma Maria”, che ha trasformato in un inno a… Maria, sì, quella con l’aureola.

E poi ci sono voci più impegnate, come don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, che tra uno sbarco e l’altro porta il Vangelo nel cuore del Mediterraneo. La sua popolarità sui social è un effetto collaterale della missione, non l’obiettivo.

Il Giubileo degli influencer: la Chiesa punta tutto sul digitale

Il 28 e 29 luglio a Roma si terrà il primo Giubileo degli influencer cattolici. Un evento storico, che segna l’ingresso ufficiale della Chiesa nei nuovi territori digitali. L’iniziativa prevede momenti di preghiera, laboratori creativi e un Festival degli Influencer Cattolici in piazza Risorgimento, tra musica, testimonianze e (forse) un po’ di sana viralità.

L’obiettivo? Riconoscere e valorizzare chi porta il messaggio evangelico sulle piattaforme social. Missionari 3.0, che non indossano più solo la stola ma anche un microfono bluetooth e una ring light.

Like, preghiere e Reels: la fede cerca nuovi follower
Che piaccia o meno, questa è la nuova frontiera dell’evangelizzazione. La Chiesa, che ha storicamente gestito i grandi media – dalla stampa ai canali televisivi – oggi prova a governare anche gli algoritmi. E mentre qualcuno storce il naso, qualcun altro si lascia ispirare.

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