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Storia della stracciatella: il gelato che piace a tutti

Nata nel 1953 da un’intuizione di Enrico Panattoni, la stracciatella è diventata un simbolo del gelato italiano. Il segreto? Semplicità e un pizzico di caso.

Storia della stracciatella: il gelato che piace a tutti

Bergamo è la patria di uno dei gusti di gelato più amati e diffusi al mondo: la stracciatella. Il nome, per molti, richiama ancora oggi la minestra romana con l’uovo, un piatto semplice, invernale, quasi dimenticato. Ma nel tempo la versione dolce ha preso il sopravvento, diventando un classico intramontabile che conquista tutte le età.

La sua storia ha un’origine chiara, fatto raro nel mondo del gelato. L’inventore è Enrico Panattoni, toscano trasferitosi a Bergamo, che nel 1953 rileva il locale La Marianna in Città Alta. Durante un esperimento con una base di gelato fiordilatte, aggiunge cioccolato fondente fuso: il freddo lo fa solidificare in scaglie irregolari, ricordandogli proprio la consistenza della zuppa romana. Da lì il nome e un’intuizione fortunata.

Panattoni non brevettò mai la ricetta né ne svelò i dettagli, ma la fama del gusto si diffuse rapidamente.

Nel 2015, in occasione di Expo, la città ha deciso di tutelare questa eccellenza con un marchio: “La stracciatella – il gelato di Bergamo”, promosso dai Gelatieri Bergamaschi, Ascom e sostenuto dalla Camera di Commercio. Un disciplinare garantisce che chi lo adotta segua le linee guida della ricetta originale, distinguendola dalle tante varianti creative diffuse in tutta Italia.

A rendere la stracciatella così amata è probabilmente la sua semplicità: panna, latte e cioccolato, legati da un’idea nata per caso che, a distanza di più di settant’anni, continua a fare innamorare chiunque la assaggi.

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