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la scomparsa

Ci lascia a soli 69 anni Paul Mario Day, il primo cantante degli Iron Maiden, era da tempo malato

Un'icona della scena metal britannica, prima voce degli Iron Maiden, simbolo della NWOBHM e frontman dei More, si è spento a 69 anni nella sua casa australiana dopo una lunga malattia

Ci lascia a soli 69 anni Paul Mario Day, il primo cantante degli Iron Maiden, era da tempo malato

La scena del metal britannico perde una delle sue voci più emblematiche: Paul Mario Day, primo cantante degli Iron Maiden, è morto all’età di 69 anni nella sua casa in Australia, dopo una lunga battaglia contro il cancro. A darne notizia sono stati amici e colleghi attraverso i social, confermando la scomparsa avvenuta il 29 luglio 2025.

Nato il 19 aprile 1956 a Whitechapel, quartiere popolare dell’East End di Londra, Day entra nella leggenda della musica heavy metal pur avendo trascorso solo un breve periodo all’interno della band destinata a diventare una delle più influenti del genere: gli Iron Maiden. Fu infatti la voce originale del gruppo, con cui si esibì per la prima volta nel dicembre del 1975, a soli 19 anni. La sua permanenza nella band, guidata dal bassista e fondatore Steve Harris, durò meno di un anno: nell’ottobre del 1976, fu allontanato per una presunta “mancanza di carisma scenico”.

«Quando cantavo negli Iron Maiden, eravamo una nuova band da pub e nessuno voleva ascoltarci», ricordò Day anni dopo. «Eravamo tutti dei nessuno, cercavamo di fare la migliore musica possibile e lottavamo per conquistarci un pubblico». Dopo di lui, la band passò attraverso altri cambi di formazione fino ad arrivare alla storica voce di Bruce Dickinson, che portò gli Iron Maiden al successo mondiale.

Dopo la parentesi con gli Iron Maiden, Paul Day trovò nuova linfa creativa con i More, formazione tra le protagoniste della New Wave of British Heavy Metal (NWOBHM). Il loro album Warhead, pubblicato nel 1981, è considerato un piccolo cult tra gli appassionati del genere. In quell’anno, la band si esibì anche sul palco del celebre Monsters of Rock di Castle Donington, dividendo il bill con giganti del rock come AC/DC e Whitesnake.

Il suo carisma vocale, la presenza sul palco e la dedizione al genere contribuirono a costruire attorno a lui un seguito affezionato, seppure lontano dai grandi riflettori.

Negli anni Ottanta, Paul Day fu coinvolto nella riformazione degli Sweet, iconica band glam rock britannica, per volontà dei membri fondatori Andy Scott e Mick Tucker. Con loro intraprese una serie di tour di successo, in particolare in Australia, e prese parte a un memorabile trittico di serate al Marquee Club di Londra. Durante questa fase registrò anche quattro brani in studio, tra cui una cover della celebre "Reach Out" di Petula Clark.

Nel 1986, Day si trasferì definitivamente in Australia, dove continuò la sua carriera musicale esibendosi con il gruppo Gringos, mantenendo viva la passione per la musica anche lontano dai grandi palcoscenici internazionali.

Un addio sentito

Il 20 maggio 2025, il locale londinese Cart & Horses, considerato la “culla” degli Iron Maiden, aveva diffuso la notizia delle gravi condizioni di salute dell'artista, affetto da un cancro in fase terminale. La sua scomparsa ha generato un’ondata di cordoglio nella comunità musicale, non solo tra gli appassionati del metal britannico, ma anche tra i fan internazionali che ne hanno sempre riconosciuto il ruolo pionieristico.

Tra i primi a ricordarlo, i suoi ex compagni dei More, che hanno scritto su Facebook:

«Siamo profondamente rattristati nell’apprendere la scomparsa del grande vocalist dei More. Paul fu parte integrante della NWOBHM fin dai primi giorni con Iron Maiden, e la sua performance su Warhead è rimasta iconica… Riposa in pace, Paul».

Anche se non ha mai inciso alcun album ufficiale con gli Iron Maiden, Paul Mario Day rimane una figura fondamentale nella loro storia e nell’evoluzione dell’heavy metal britannico. Fu la voce che diede forma ai primi passi di una delle band più importanti del genere, e seppe poi costruirsi una carriera dignitosa e coerente, lontano dalle luci della ribalta, ma sempre guidato dalla passione per la musica.

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