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Morsi di serpente in viaggio: quando la vacanza può diventare un’emergenza

I consigli degli infettivologi per riconoscere i sintomi e agire subito in caso di avvelenamento

Morsi di serpente in viaggio: quando la vacanza può diventare un’emergenza

Quando si parte per una vacanza all’estero, specialmente in destinazioni tropicali o remote, è importante prepararsi non solo con passaporto e valigia, ma anche con le giuste informazioni sanitarie. Tra i rischi meno noti ma potenzialmente pericolosi ci sono i morsi di serpente.

Quanti serpenti sono davvero pericolosi?

Nel mondo esistono circa 3.000 specie di serpenti, ma solo il 15% è velenoso per l’uomo. Nonostante questa percentuale limitata, i morsi letali causano oltre 100.000 morti all’anno, soprattutto in aree dove l’accesso rapido a cure mediche è limitato.

Come agisce il veleno

Il veleno di alcuni serpenti contiene neurotossine che possono interferire con la trasmissione neuromuscolare, arrivando a bloccare la respirazione. I morsi di serpenti non velenosi, invece, causano in genere solo danni locali: dolore, gonfiore e abrasioni dovute ai denti.

Segnali da non sottovalutare

Capire se si è stati avvelenati non è immediato. Oltre al terrore iniziale, il morso può provocare sintomi aspecifici come nausea, vomito, tachicardia o sudorazione — reazioni che possono confondere. Tuttavia, se nel giro di 30-60 minuti si manifestano gonfiore, arrossamento ed edema nella zona del morso, è probabile che ci sia stato avvelenamento. In casi più gravi, si possono notare lividi, vescicole con siero o sangue e necrosi dei tessuti colpiti, soprattutto in seguito a un morso di serpente a sonagli. I sintomi tendono a peggiorare nelle prime 48 ore.

Sintomi dell’avvelenamento

I segni clinici possono includere:

  • Vomito, diarrea, febbre

  • Confusione mentale, ansia

  • Difficoltà respiratorie e dolore toracico

  • Sudorazione intensa, ipotensione, shock

  • Alterazioni della sensibilità, debolezza muscolare

Alcuni riferiscono un sapore metallico o di menta in bocca, soprattutto in caso di morso da crotalidi (come il serpente a sonagli).

Come riconoscere il serpente

Identificare il tipo di serpente può facilitare la diagnosi. Ecco alcune differenze:

  • Vipere: testa triangolare, pupille verticali, fossette termiche tra occhi e narici.

  • Serpenti corallo: testa smussata, pupille rotonde, bande rosse, gialle e nere.

  • Serpenti a sonagli: segni di denti singoli o doppi; il morso può lasciare una traccia più marcata.

I serpenti non velenosi tendono a lasciare solo segni superficiali.

La gravità dell’avvelenamento dipende da vari fattori: specie, dimensione del serpente, quantità di veleno, numero di morsi, posizione, tempo prima del trattamento, condizioni fisiche della persona.

Cosa fare in caso di morso

Il primo intervento è fondamentale. Ecco le principali indicazioni:

  • Evitare sforzi: ridurre il movimento per rallentare la diffusione del veleno.

  • Tenere il paziente al caldo e portarlo il più rapidamente possibile in ospedale.

  • Immobilizzare l’arto colpito a livello del cuore, evitando fasciature strette o lacci emostatici.

  • Rimuovere oggetti come anelli, orologi o indumenti stretti.

È importante sapere che le fasciature strette per rallentare l’assorbimento del veleno non sono consigliate, perché possono causare danni vascolari e necrosi.

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