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IL FATTO
14 Agosto 2025 - 21:50
Era nata nel 2002, destinata a diventare il taglio più alto della moneta unica. Oggi, la banconota da 500 euro è una specie in via d'estinzione. La sua produzione è stata interrotta già nel 2019, ufficialmente per combattere il riciclaggio di denaro. In realtà, la decisione rispondeva a una strategia più ampia: ridurre l’uso del contante e favorire il tracciamento di ogni transazione.
Le conseguenze si vedono oggi. Chi conserva ancora banconote viola, pur essendo perfettamente legali, non di rado deve spiegare alla banca da dove arrivano. In certi casi, per convertirle in tagli minori, ci si trova persino a pagare una commissione dello 0,15%.
Un paradosso, se si pensa alla storia della moneta. Nei secoli, l’attribuzione al sovrano del monopolio della valuta servì a consolidare il potere pubblico: una trasformazione radicale rispetto alla moneta nata dagli scambi e dal consenso sociale. Un controllo che oggi si estende a ogni forma di credito, persino ai punti fedeltà della spesa, vincolati a regole severe e non convertibili in denaro.
Il principio resta lo stesso: chi governa vuole tenere le redini dell’economia e della moneta. Ma allora, se i 500 euro sono ancora moneta legale della BCE, perché farli sparire? La risposta, per chi osserva le tendenze, è che la nuova fase è già cominciata: l'era dell’euro digitale.
Una valuta virtuale che promette un controllo ben più capillare: ogni somma tracciabile, visibile e, se necessario, bloccabile in tempo reale. In questo scenario, la vecchia banconota da 500 euro non ha più posto. E la sua scomparsa, silenziosa ma inesorabile, appare come il preludio di un mondo in cui il contante sarà soltanto un ricordo.
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