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AMBIENTE

Balneazione 2025: i Paesi al top (e le sorprese in fondo) nella nuova classifica UE

Dal trionfo di Grecia, Croazia e Austria alle criticità emergenti di Spagna e Italia: il rapporto di Bruxelles premia il 96% dei siti balneabili, ma l’allarme clima incombe su coste, laghi e fiumi

Balneazione 2025: i Paesi al top (e le sorprese in fondo) nella nuova classifica UE

Spiaggia del Corno d'oro, Croazia

Le acque europee sono oggi tra le più sicure al mondo: lo certifica l’ultimo rapporto della Commissione Europea, secondo cui nel 2024 il 96% dei siti destinati alla balneazione ha rispettato gli standard minimi di sicurezza. Un traguardo raggiunto grazie alle politiche di depurazione e al monitoraggio sistematico introdotto dalla direttiva 2006/7/CE. Al tempo stesso Bruxelles invita a non sottovalutare i rischi dovuti all’impatto del cambiamento climatico, che potrebbe rimettere in circolo batteri e agenti inquinanti dopo eventi meteorologici estremi.

L’indagine promossa da Bruxelles ha riguardato oltre 22mila località di balneazione in 29 Paesi – dai mari alle acque interne di laghi e fiumi – coinvolgendo anche Svizzera e Albania oltre ai membri dell’Ue. I tecnici hanno valutato le concentrazioni di Escherichia coli e enterococchi intestinali, indicatori chiave della potenziale contaminazione da reflui. Il forte miglioramento della qualità è attribuito principalmente all’implementazione della direttiva 2006/7/CE, che impone agli Stati un monitoraggio costante e classificazioni rigorose.

Il rapporto indica che solo l’1,5% delle acque ricade nella fascia di “scarsa qualità”. Al vertice delle performance si collocano Cipro, Bulgaria, Grecia, Austria e Croazia, dove oltre il 95% dei siti balneabili presenta caratteristiche chimico-batteriologiche d’eccellenza. L’Austria guida la graduatoria con il 95,8% di acque promosse nei 260 bacini naturali monitorati, soprattutto laghi alpini e corsi fluviali. Nessuna criticità strutturale è stata rilevata, soltanto occasionali sforamenti temporanei dovuti a condizioni meteorologiche avverse.

La Spagna, con l’87,6% di siti eccellenti certificati a livello europeo, mostra davanti ufficialmente un quadro positivo. Ma all’interno emergono segnali in controtendenza: l’associazione Ecologistas en Acción ha inserito 48 spiagge nel dossier “Bandiere Nere 2025”, segnalando fenomeni di urbanizzazione costiera e inefficienze depurative. Le criticità principali riguardano l’invasione da rifiuti plastici, l’eccessiva costruzione lungo i litorali e il coordinamento insufficiente tra amministrazioni locali e statali nei piani di ripristino.

Il Sistema nazionale per la protezione ambientale (Snpa) certifica per l’Italia un quadro in linea con i partner europei: il 95,7% delle acque marine controllate nel 2024 risulta di qualità “eccellente”, leggero progresso rispetto al 95,5% del 2023. Il dato delle acque “scarse” scende allo 0,7%. La Puglia si conferma al primo posto con il 99,7% delle coste promosse, seguita da Friuli-Venezia Giulia (99,6%) e Sardegna (98,7%). In termini di estensione chilometrica, però, è la Sardegna a dominare con 1.390 km di litorale eccellente, davanti a Puglia (880 km) e Calabria (621 km).

Se il quadro attuale appare solido, il rapporto comunitario accende però un faro sulle sfide future. L’intensificazione del cambiamento climatico – con piogge torrenziali che possono trascinare reflui nei corsi d’acqua e periodi di siccità che riducono il ricambio idrico – rischia di esporre le acque balneabili europee a nuovi fattori di stress. “Aumentare la resilienza idrica per le persone e per l’ambiente sarà fondamentale nei prossimi anni”, osserva la Commissione suggerendo che la partita non è chiusa, bensì appena entrata nella fase più delicata.

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