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SALUTE & PREVENZIONE
16 Agosto 2025 - 19:40
In ambulatorio oculistico si nota un fenomeno curioso che fino a qualche anno fa era raro: sempre più persone sviluppano una forma di strabismo “da smartphone”. Bambini e adulti che all’improvviso iniziano a vedere doppio oppure hanno un occhio che tende a spostarsi verso l’interno. Gli specialisti parlano di AACE e puntano il dito contro l’abitudine di tenere il cellulare troppo vicino al viso e per troppo tempo, soprattutto dopo il boom di utilizzo registrato nella pandemia.
L’AACE, ovvero acute acquired comitant esotropia, è una deviazione improvvisa dell’occhio verso l’interno. Il disallineamento altera la visione, causando sintomi come diplopia (visione doppia), mal di testa, affaticamento oculare e difficoltà di lettura e concentrazione. Questa condizione si manifesta quando i muscoli oculari vengono sollecitati in maniera eccessiva nella messa a fuoco da vicino, soprattutto per molte ore consecutive, come accade con lo smartphone. Tenere lo schermo a una distanza inferiore ai 50 cm fa sì che i muscoli della convergenza lavorino costantemente, fino a “incepparsi” nel loro funzionamento.
Il fenomeno riguarda in modo particolare i bambini tra i sette e i nove anni, che tendono a tenere il dispositivo a 20–25 centimetri dagli occhi. Ma anche gli adulti non sono esenti: bastano lunghi periodi senza pause a far comparire i primi campanelli d’allarme, come visione doppia episodica, deviazione dell’occhio verso l’interno dopo l’uso prolungato del telefono, mal di testa ricorrente e calo dell’attenzione.
Gli oculisti raccomandano di collocare lo smartphone ad almeno 30–35 centimetri dagli occhi, evitare sessioni troppo lunghe senza interruzioni e regolare adeguatamente sia la luminosità dello schermo sia l’illuminazione ambientale, scongiurando l’uso al buio che può affaticare ulteriormente la vista. Utile anche adottare caratteri più grandi per ridurre lo sforzo accomodativo. Per “allenare” la muscolatura oculare ed evitare sovraccarichi viene suggerita la cosiddetta regola 20-20-20, che consiste nel distogliere lo sguardo dallo schermo ogni venti minuti per fissare un oggetto a circa sei metri di distanza per almeno venti secondi.
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