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ARTE & TECNOLOGIA

Dal dagherrotipo all'IA: la fotografia che cambia il mondo

La Giornata Mondiale della Fotografia celebra un'arte che oggi si scontra con la sfida dei deepfake e le promesse delle nuove tecnologie

Dal dagherrotipo all'IA: la fotografia che cambia il mondo

Ogni anno, il 19 agosto, il mondo intero celebra la fotografia, una forma d'arte che va ben oltre la semplice cattura di un'immagine. Questa ricorrenza, istituita per promuovere la consapevolezza sul ruolo della fotografia nella conservazione della memoria storica e culturale, ci invita a riflettere su un percorso lungo quasi due secoli, dall'invenzione analogica all'avvento dell'era digitale e dell'Intelligenza Artificiale.

La storia della fotografia inizia con un'immagine rivoluzionaria: la Veduta della finestra a Le Gras, realizzata nel 1826 da Joseph Nicéphore Niépce. Nonostante la qualità rudimentale, con contorni sfocati e una messa a fuoco imperfetta, questo scatto ha rappresentato il primo passo verso una nuova forma d'arte. Tuttavia, è a Jacques Daguerre che si deve l'invenzione del processo che ha reso la fotografia accessibile: il "dagherrotipo". Fu lo scienziato François Arago a presentarlo al pubblico il 19 agosto 1837, data che oggi celebriamo.

Il dagherrotipo si basava su una tecnica complessa che utilizzava una lastra di rame e argento, la cui esposizione alla luce per circa 10-15 minuti, seguita da un processo di sviluppo con vapori di mercurio e fissaggio con tiosolfato di sodio, creava un'immagine. Questa innovazione ha democratizzato il ritratto, rendendolo accessibile a un pubblico molto più ampio rispetto a quello che poteva permettersi un pittore.

Oggi, con l'avvento del digitale e, soprattutto, dell'Intelligenza Artificiale, la fotografia è entrata in una fase completamente nuova, sollevando importanti questioni etiche. Un rischio evidente è la creazione di deepfake, immagini (o video e audio) manipolate dall'IA. Quando si caricano foto su piattaforme di generazione AI, si può perdere il controllo sull'uso che ne viene fatto, fornendo inconsapevolmente dettagli personali come la propria posizione, il proprio status socioeconomico, lo stato di salute e persino le persone con cui si interagisce.

Diverse testate internazionali e esperti del settore hanno avvertito che i deepfake rappresentano una minaccia per la democrazia, a causa della disinformazione diffusa tramite immagini false. Nina Jankowicz, una ricercatrice ed ex direttrice esecutiva del Consiglio per il controllo della disinformazione, ha osservato in un'intervista a Sky TG24 che l'Intelligenza Artificiale è ormai accessibile a tutti, permettendo la creazione di contenuti falsi molto convincenti. Ha espresso la sua preoccupazione che si arriverà a un punto in cui le persone non si fideranno più di ciò che vedono, portando a un generale scetticismo verso ogni informazione.

Nonostante i rischi, l'Associazione Internazionale dei Fotografi (IAPP) ha evidenziato che l'IA, se usata responsabilmente, può migliorare significativamente il lavoro dei professionisti. L'IAPP ha spiegato che uno dei vantaggi più immediati dell'IA è la semplificazione dei flussi di lavoro, ad esempio analizzando e selezionando rapidamente le immagini più significative tra le centinaia o migliaia scattate.

Inoltre, l'organizzazione ha aggiunto che l'IA è molto utile per automatizzare l'inserimento di tag e metadati, come descrizioni e posizioni, migliorando notevolmente la reperibilità delle immagini negli archivi digitali. Un altro ambito promettente è il restauro e il miglioramento delle immagini, ad esempio riducendo la sfocatura da movimento o correggendo le condizioni di scarsa illuminazione. Tuttavia, l'IAPP ha sottolineato l'importanza cruciale di usare questi strumenti con totale trasparenza, senza mai alterare il contenuto fattuale della foto.

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