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curiosità
22 Agosto 2025 - 13:55
Occhio, immagine di repertorio
Il daltonismo, o più correttamente deficit della visione dei colori (CVD), è molto più diffuso tra i maschi che tra le femmine. Secondo le stime, riguarda 1 maschio su 12 e solo 1 femmina su 200. Ma perché questa differenza così marcata?
Il dottor Dhruv Sethi, oculista del Henry Ford Health, chiarisce che non si tratta di una perdita della vista: "Le persone con deficit di visione dei colori vedono semplicemente le tonalità in modo diverso rispetto a chi ha una visione normale". Il problema nasce dai coni, cellule della retina che percepiscono il rosso, il verde o il blu. Se uno o più tipi di coni non funzionano correttamente, i colori vengono percepiti in maniera alterata.
Il tipo più comune è la deuteranomalia, che riguarda i coni deputati al verde. La gravità varia: alcuni distinguono la maggior parte delle sfumature, altri non vedono il verde affatto.
La ragione principale della prevalenza maschile è genetica. Il gene del CVD si trova sul cromosoma X ed è recessivo. Le femmine, avendo due cromosomi X, possono compensare un gene difettoso con quello sano: diventano portatrici senza sviluppare il disturbo. Questo si presenta, invece, quando entrambi i genitori sono portatori o se il padre è daltonico e la madre portatrice. I maschi tuttavia, con un solo X, se ereditano il gene alterato non hanno un "secondo cromosoma" a correggere l’anomalia e dunque sviluppano il disturbo.
Esiste anche una forma acquisita, non ereditaria, che può comparire più tardi nella vita. In questi casi, il deficit è legato a patologie come degenerazione maculare, cataratta, glaucoma, diabete, Alzheimer, Parkinson o tumori oculari e cerebrali. Anche alcuni farmaci o carenze nutrizionali possono essere responsabili. "Se notate cambiamenti nella percezione dei colori, è importante consultare subito uno specialista", sottolinea il dottor Sethi.
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