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Letteratura

Cinque romanzi che hanno scritto la storia del Premio Strega

Dalle pagine di Elsa Morante a Paolo Giordano, cinque capolavori che riflettono l’Italia e hanno segnato la narrativa italiana contemporanea

Cinque romanzi che hanno scritto la storia del Premio Strega

Ci sono libri che non si limitano a essere letti: vanno vissuti. Romanzi capaci di riflettere il tempo in cui nascono, offrendo uno specchio unico sull’Italia, spesso più incisivo della cronaca. Il Premio Strega, con la sua lunga tradizione, ha consacrato opere di questo tipo, trasformandole in veri punti di riferimento della letteratura nazionale. Ogni pagina diventa memoria collettiva, ogni storia un viaggio tra sogni, ferite e passioni di un Paese in costante cambiamento.

Nato nel 1947, il Premio Strega non è solo un riconoscimento letterario, ma un autentico termometro della cultura italiana, capace di accendere dibattiti e confronti intorno ai romanzi più significativi dell’anno. L’ideazione del premio va attribuita a Maria Bellonci e al marito Goffredo, con il supporto di Guido Alberti, produttore del celebre liquore Strega, da cui il premio prende il nome.

L’obiettivo era chiaro: valorizzare la narrativa italiana contemporanea in un periodo in cui il Paese usciva lentamente dalla guerra, alla ricerca di nuove voci, stili e identità culturali. Fin dalle prime edizioni, il premio si è affermato come un luogo di incontro tra letteratura e società, tra contenuto e stile.

La cerimonia si tiene ancora oggi a Villa Giulia, a Roma, nel mese di luglio, coinvolgendo il gruppo di votanti chiamato “Amici della domenica”: scrittori, giornalisti, intellettuali, editori e artisti.

Se quest’anno a vincere la 79ª edizione è stato Andrea Bajani con L’anniversario (Feltrinelli), alcuni romanzi hanno lasciato un segno indelebile nella storia dello Strega, per la forza narrativa, i temi affrontati o l’impatto culturale duraturo.

Ecco cinque di questi capolavori.

1. L’isola di Arturo – Elsa Morante (1957)

Elsa Morante conquista lo Strega nel 1957 diventando la prima donna a vincere il premio. Ambientato a Procida, L’isola di Arturo racconta l’adolescenza di Arturo, lasciato a sé stesso tra solitudine, fantasie eroiche e delusioni. Il romanzo, apparentemente semplice, esplora il passaggio dall’infanzia all’età adulta, tra miti paterni e scoperte della sessualità, in un percorso intenso e poetico.

Lo stile lirico e avvolgente della Morante crea un mondo sospeso tra incanto e crudeltà. Un romanzo di formazione tra i più importanti del Novecento italiano.

2. Il Gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1959)

Pubblicato postumo nel 1958, Il Gattopardo ottiene lo Strega l’anno successivo e diventa subito un fenomeno editoriale internazionale. Il principe Fabrizio di Salina osserva il declino della nobiltà siciliana e l’ascesa della borghesia dopo l’Unità d’Italia, con uno sguardo elegante e disincantato.

La famosa frase “tutto deve cambiare perché tutto resti com’è” sintetizza il romanzo, affresco storico e psicologico sulla trasformazione sociale, simbolo della decadenza e della continuità.

3. La ragazza di Bube – Carlo Cassola (1960)

Nel dopoguerra, Mara, giovane donna toscana, si innamora di Bube, ex partigiano, ma la realtà si scontra con gli ideali romantici. Cassola adotta uno stile semplice e sobrio, raccontando l’Italia minore, fatta di silenzio e scelte difficili.

Premiato con lo Strega nel 1960, il romanzo offre una delle rappresentazioni più sincere della vita postbellica, lontana dagli eroismi celebrativi.

4. Il nome della rosa – Umberto Eco (1981)

Thriller medievale e romanzo filosofico, Il nome della rosa fonde giallo, erudizione e riflessione storica. Nell’anno 1327, il frate Guglielmo da Baskerville indaga su misteriosi delitti in un’abbazia, tra biblioteche labirintiche ed eresie.

Vincitore dello Strega 1981, Eco combina suspense e intellettualismo, conquistando lettori in tutto il mondo e entrando tra i classici contemporanei italiani.

5. La solitudine dei numeri primi – Paolo Giordano (2008)

Nel 2008, Giordano vince lo Strega con il suo sorprendente esordio. Alice e Mattia, segnati da traumi infantili, vivono esistenze parallele: vicini ma separati come “numeri primi gemelli”. Una potente metafora della solitudine, della difficoltà di comunicare e della perdita.

Pubblicato da Mondadori e venduto in oltre un milione di copie, il romanzo ha ispirato anche un film diretto da Saverio Costanzo.

Questi cinque titoli, ognuno a suo modo, hanno lasciato un’impronta indelebile nella narrativa italiana, confermando il Premio Strega come osservatorio privilegiato della cultura e delle emozioni di un Paese.

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