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09 Settembre 2025 - 13:25
L’inquinamento dei laghi italiani si conferma una delle emergenze ambientali più gravi e al tempo stesso sottovalutate. Nonostante l’impatto diretto sulla biodiversità, sulla qualità dell’acqua e sulle attività economiche e turistiche delle zone circostanti, la questione riceve ancora troppa poca attenzione.
Secondo il rapporto Goletta dei Laghi 2025 di Legambiente, su 125 campioni prelevati in 44 bacini monitorati, il 30% supera i limiti di legge. Le situazioni più critiche si registrano nelle aree di confluenza di fiumi e canali, dove oltre la metà dei punti analizzati è contaminata.
A incidere sono soprattutto scarichi fognari non depurati, uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura, sversamenti industriali e presenza di microplastiche. Un mix che compromette l’equilibrio naturale dei laghi, con conseguenze sulla fauna, sull’attrattività turistica e sulla salute delle comunità locali.
Tra i bacini che presentano le criticità maggiori ci sono:
Lago di Garda (Lombardia): contaminazioni batteriche ed eutrofizzazione dovute a scarichi non depurati e agricoltura intensiva.
Lago Sebino (Iseo, Lombardia): 4 punti su 5 oltre i limiti; depuratori insufficienti e pressione turistica.
Lago di Ceresio (Lombardia): scarichi urbani e industriali provocano accumuli di batteri fecali.
Lago Verbano (Maggiore, Lombardia): forte inquinamento alla foce del Rio Boesio, con rischio per pesca e turismo.
Lago di Lesina e Lago di Varano (Puglia): scarichi abusivi e fertilizzanti agricoli mettono in pericolo ecosistemi già fragili.
Lago di Como (Lombardia): 5 punti su 11 fuori norma, in particolare alle foci di torrenti.
Lago d’Orta (Piemonte): elevate concentrazioni di microplastiche, tra cui polietilene e polipropilene.
Lago di Viverone (Piemonte): batteri fecali oltre i limiti in prossimità di scarichi e aree agricole.
Lago di Fondi (Lazio): un punto su due monitorati ancora fortemente inquinato, confermando criticità croniche.
Le ripercussioni non si limitano all’ambiente: acque torbide, cattivi odori e fioriture algali compromettono il turismo lacustre e la balneabilità, riducendo l’attrattiva delle località. La fauna ittica è sempre più minacciata, con specie sensibili che faticano a sopravvivere. Per invertire la rotta servono azioni concrete:
migliorare i sistemi di depurazione,
ridurre l’uso di sostanze chimiche in agricoltura,
intensificare i controlli sulle acque e sugli scarichi,
coinvolgere cittadini e turisti in comportamenti sostenibili.
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