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14 Settembre 2025 - 10:37
Otto appuntamenti, da ottobre ad aprile, che intrecciano teatro, musica, comicità e impegno civile. È la nuova stagione 2025/2026 del Teatro Baretti, presentata dal Comune di Mondovì insieme alla Fondazione Piemonte dal Vivo. Un cartellone che porta in città alcuni dei protagonisti più autorevoli della scena italiana e che, come nelle passate edizioni, non rinuncia alla riflessione sociale e all’attenzione per l’accessibilità.
Anche quest’anno il Baretti rinnova infatti la sua adesione al progetto Teatro No Limits, che permette a spettatori non vedenti e ipovedenti di vivere l’esperienza teatrale grazie al servizio di audiodescrizione. Una scelta che conferma la volontà di rendere il palcoscenico un luogo realmente aperto a tutti.
Identità, genere e memoria collettiva
Il filo rosso della stagione è un focus sulla questione di genere, affrontata attraverso prospettive differenti: dall’analisi dei ruoli sociali alle narrazioni femminili e maschili, fino al tema drammatico della violenza. Il cartellone diventa così occasione di confronto e riflessione, senza rinunciare alla leggerezza e alla varietà dei linguaggi.
Ad aprire la stagione, sabato 25 ottobre, sarà Luca Bizzarri con Non hanno un amico dubbio, tratto dall’omonimo podcast di Chora Media: uno spettacolo che mescola satira, cultura pop e ironia pungente, costruito con Ugo Ripamonti per restituire uno sguardo tagliente sui paradossi della contemporaneità.
Si prosegue giovedì 20 novembre con Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III di Gabriel Calderón, interpretato da Francesco Montanari: una riscrittura libera di Shakespeare che esplora, con intensità moderna, le dinamiche del potere e le sue ossessioni.
Il 2025 si chiude il 9 dicembre con Matteotti. Anatomia di un fascismo, testo di Stefano Massini portato in scena da Ottavia Piccolo e dai Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Una testimonianza forte e necessaria sulla memoria democratica del Paese.
Dal noir pirandelliano al coraggio di guardare la violenza
Il nuovo anno si apre mercoledì 14 gennaio con Pirandello Pulp – (Maurizio VI) di Edoardo Erba, diretto da Gioele Dix, che porta sul palco Massimo Dapporto e Fabio Troiano in una riscrittura dal sapore noir delle tematiche pirandelliane.
Proprio Gioele Dix torna anche come interprete il 12 febbraio con Ai nostri tempi (biblici), un monologo che intreccia ironia e riflessione, mescolando riferimenti antichi e cronaca contemporanea.
Il 5 marzo sarà la volta di Uomini si diventa. Nella mente di un femminicida, con Alessio Boni e Omar Pedrini: uno spettacolo duro e necessario che affronta il buio della violenza sistemica di genere.
La stagione prosegue il 27 marzo con Ma che razza di Otello? di Lia Celi, interpretato da Marina Massironi con accompagnamento musicale. Una rapsodia irriverente che ribalta Shakespeare interrogandosi, con ironia, su razzismo, genere e rappresentazioni culturali.
A chiudere il cartellone, il 17 aprile, sarà Seconda classe del Controcanto Collettivo, diretto da Clara Sancricca: un’indagine poetica e crudele sull’ossessione per il privilegio e le disuguaglianze sociali. Lo spettacolo sarà disponibile con audiodescrizione, nell’ambito di Teatro No Limits.
Teatro anche per le famiglie
Accanto alla stagione serale, torna la rassegna dedicata al pubblico più giovane, realizzata con la Compagnia Teatro Marenco. Dal 31 gennaio al 7 marzo, tre appuntamenti al sabato pomeriggio con Renart, Peter Pan, Sul Filo della Fantasia e Siamo Uomini o Caporali: spettacoli pensati per condividere il teatro tra generazioni.
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