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Autista di auto blu, una professione riservata ma ancora attuale

Requisiti, concorsi e stipendi: cosa serve per entrare nella Pubblica amministrazione come conducente ufficiale

Autista di auto blu, una professione riservata ma ancora attuale

Nell’immaginario comune è una figura discreta, quasi invisibile, ma l’autista di auto blu rappresenta ancora oggi una possibilità professionale concreta. Non basta amare la guida: serve un percorso definito, fatto di requisiti stringenti, concorsi pubblici e una forte capacità di adattarsi a un ruolo che richiede sicurezza, riservatezza e affidabilità.

L’autista di auto blu lavora nella Pubblica amministrazione, guidando veicoli ufficiali destinati ad autorità, dirigenti e funzionari dello Stato. Non si tratta di un semplice servizio di trasporto: significa gestire mezzi dotati di lampeggiante blu, autorizzati a deroghe speciali al Codice della Strada, garantendo puntualità, percorsi sicuri e una condotta impeccabile. Oltre a condurre i passeggeri, il conducente deve curare la manutenzione ordinaria, la pulizia del veicolo e applicare correttamente le disposizioni sul servizio.

Per diventare autista di auto blu occorrono condizioni precise, che variano a seconda del bando ufficiale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale o sui siti istituzionali. Tra i requisiti più comuni:

  • Cittadinanza italiana e godimento dei diritti civili e politici;

  • Patente di categoria B, valida da almeno tre anni, con punteggio residuo non inferiore a 18 punti;

  • Età minima 18 anni e idoneità fisica e psico-fisica;

  • Condotta incensurabile e assenza di condanne penali ostative;

  • Diploma di scuola secondaria superiore;

  • Eventuale esperienza documentata nel trasporto persone (24–36 mesi in ruoli simili).

Molti bandi aggiungono preferenze per candidati con background nelle forze armate, esperienze di volontariato, conoscenze linguistiche o competenze informatiche.

Negli ultimi anni il numero delle auto blu è diminuito: secondo il censimento del Ministero della Funzione Pubblica, al 31 dicembre 2023 il parco ammontava a 29.382 vetture, in calo del 4,3% rispetto all’anno precedente. Solo l’8% dispone di un autista dedicato e meno di un migliaio è assegnato a uso esclusivo. Nonostante il ridimensionamento, il settore resta vivo: nel 2024 il Ministero della Giustizia ha bandito un concorso per 1.000 nuovi autisti, segno che la domanda rimane attuale.

La retribuzione varia in base all’inquadramento contrattuale e alle indennità. Secondo le tabelle del CCNL Funzioni Centrali, lo stipendio medio iniziale si aggira intorno a 1.334 euro netti mensili, ma può crescere sensibilmente con anzianità, indennità di missione, straordinari e incarichi speciali. In altri contratti di settore, come quello di Autorimesse e Noleggio Automezzi, le tabelle retributive mostrano importi lordi mensili anche superiori ai 2.000-2.600 euro per i livelli più alti.

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