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L'espresso italiano sotto la lente: fa davvero bene?

Dalla scienza alla sostenibilità, tutti i pro e i contro, con uno sguardo alle alternative come il tè verde e al futuro del chicco minacciato dal clima

L'espresso italiano sotto la lente: fa davvero bene?

Il 1° ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale del caffè, un appuntamento che rende omaggio a una delle bevande più diffuse e amate. Ma oltre al piacere del gusto, cosa sappiamo davvero sugli effetti della caffeina?

Caffeina: energia e rischi nascosti

Secondo il dottor Massimo Spattini, autore del volume Le 3 chiavi della longevità, la caffeina agisce in diversi modi:

  • potenzia la forza muscolare e migliora la circolazione sanguigna;

  • stimola la lipolisi e aiuta a risparmiare glicogeno muscolare;

  • incrementa l’attività cerebrale, facilitando la comunicazione tra sistema nervoso centrale e periferico.

Non mancano però i lati negativi. Due tazzine di espresso (circa 200 mg di caffeina) bastano per far crescere i livelli di cortisolo e adrenalina per molte ore. In chi smaltisce lentamente la caffeina, questo porta a insonnia, ansia e peggioramento della qualità del sonno. Con il tempo, alti livelli di cortisolo favoriscono resistenza insulinica, accumulo di grasso e perdita di massa muscolare.

Caffè: tra benefici e controindicazioni

Gli studi sugli effetti del caffè non sono univoci. Da un lato, la caffeina può influire negativamente su pressione arteriosa e metabolismo del glucosio; dall’altro, il caffè è ricco di antiossidanti.

Una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che bere 2-3 tazze al giorno può ridurre la mortalità fino al 13% nelle donne e al 10% negli uomini.

La risposta al caffè, però, dipende dal metabolismo individuale: circa la metà della popolazione lo metabolizza lentamente, sviluppando agitazione, ipertensione e maggiore sensibilità a disturbi come sindrome premestruale o insonnia cronica.

Il tè verde come valida alternativa

Per chi cerca un effetto più delicato, il tè verde rappresenta una soluzione interessante. Questa bevanda contiene polifenoli e catechine, sostanze che stimolano la termogenesi e favoriscono la bruciatura dei grassi.

A fare la differenza è la presenza di teanina, un aminoacido che equilibra gli effetti della caffeina e riduce l’aumento di cortisolo, rendendo il tè verde una bevanda più equilibrata.

Il tè verde può essere assunto come infuso, ma per un effetto costante si possono usare integratori a base di estratto standardizzato.

Il futuro del caffè: la sfida del cambiamento climatico

Oltre alla salute, il caffè affronta un’altra grande sfida: il riscaldamento globale. Come racconta Michele Oliva nel saggio Il futuro del caffè, negli ultimi anni il Brasile, primo produttore mondiale, ha subito siccità e gelate che hanno ridotto la produzione e fatto aumentare i prezzi dell’Arabica.

In Etiopia, terzo produttore al mondo, entro fine secolo fino al 60% delle aree coltivabili potrebbe non essere più adatto al caffè, con gravi conseguenze per oltre 15 milioni di lavoratori del settore.

Per questo motivo, l’industria sta cercando di adottare pratiche più sostenibili, puntando a coltivazioni resilienti e a una migliore gestione degli scarti della filiera. Anche i consumatori hanno un ruolo fondamentale: scegliere caffè sostenibile e da filiere etiche è un passo necessario per garantire un futuro all’amato espresso.

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